ROMA – Speriamo sia varata già a settembre la nuova legge antidelocalizzazioni, che rafforzerà le norme del 2018, pensate per mettere un argine alla fuga delle aziende verso Paesi che offrono condizioni economiche più vantaggiose. In particolare, sono allo studio del governo norme che colpiscono le aziende che hanno goduto di contributi pubblici. queste dovranno restituirli con gli interessi e seguire procedure mirate a salvaguardare l’occupazione e il valore del sito industriale, cercando attivamente di trovare un compratore. Crediamo -afferma Carmelo Finocchiaro, presidente di Confedercontribuenti- che bisogna essere estremamente rigorosi, specie con le aziende straniere, che in questi anni sono arrivate in Italia per “scippare” le agevolazioni e dopo qualche anno fuggire dal nostro Paese, lasciando alla fiscalità nazionale i costi degli ammortizzatori sociali.
Sulla falsariga della “legge Florange” francese, varata alcuni anni fa durante la presidenza di François Hollande, il provvedimento Todde-Orlando prevede l’obbligo per le aziende di comunicare ogni scelta in maniera preventiva alle istituzioni. A quel punto viene convocato un tavolo istituzionale, al quale l’azienda dovrà presentarsi con un “Piano di reindustrializzazione” che indichi le potenzialità del sito produttivo ed eventuali riqualificazioni. è importante,dunque, che si faccia subito una legge che oltre a prevedere sanzioni a chi vuole delocalizzare, miri ad avviare nuove leggi per un fisco e una previdenza piu’ leggeri, insieme ad adempimenti con meno burocrazia e una vera semplificazione per evitare di fare andare le imprese all’estero. sul fronte Europeo, invece, serve lavorare subito per l’armonizzazione fiscale comune.