di Redazione
L’aumento al rialzo del prezzo del gas poterà inevitabilmente a nuove stangate in autunno per le bollette.
“Un settore quello energetico che dovrebbe avere la massima priorità nell’azione di Governo, odierno e futuro”, sostiene Carmelo Finocchiaro di Confedercontribuenti, “occorre fermare questo stillicidio che mette in ginocchio famiglie e imprese. Aumento dei prezzi che crea povertà, con tutte le conseguenze che è facile immaginare”.
La crisi del settore energetico continua a creare allarmi giustificati e comprensibili. L’annunciato taglio delle forniture di gas dalla Russia e i prezzi delle materie prima alle stelle rischiano di innescare un effetto domino sulle bollette di luce e gas.
Il livello record toccato dal prezzo del gas, stamani, è di 317 euro
“Non solo le utenze domestiche, che fanno piangere e portano le famiglie sull’orlo della disperazione Si rischia di sforare un costo annuo di 2.600 euro per famiglia”, continua Finocchiaro, “ma questi aumenti rischiano di bloccare l’attività produttiva, i cui costi sono diventati insostenibili”.
Per le famiglie l’effetto dell’attuale andamento dei prezzi all’ingrosso del gas, il costo dell’ultimo trimestre 2022, secondo una stima di Arera, potrebbe essere quasi pari al costo dei nove mesi precedenti e 2,91 volte quello dello stesso periodo 2021 e 4,24 volte quello del 2020.
Per le imprese la situazione è ancora peggiore. Un’impresa pagava 30mila euro al mese nel giugno 2021, nel giugno 2022 ha pagato 110mila euro al mese ed il prossimo settembre, sempre che gli aumenti non continuino, pagherà 230mila euro al mese.
Il Paese così salterà per aria e gli speculatori saranno sempre più ricchi e felici.
Un problema che va affrontato immediatamente con soluzioni rapide ed efficace.
Vi è un’emergenza nazionale, al pari della guerra e di quella pandemica. Emergenza che va affrontata su due tematiche: l’approvvigionamento a prezzi sostenibili e la speculazione, regina incontrastata di un malvezzo tutto italiano.
“Soluzioni? Quelle prospettata da più parti. Controllo dei prezzi dell’energia elettrica, con l’introduzione di un regime di prezzi amministrati attraverso la fissazione di un tetto nazionale o europeo al prezzo dell’elettricità (100 euro/Mwh) per imprese e utenze domestiche”, conclude Finocchiaro.
C’è un sistema Paese sull’orlo del default. Occorre intervenire subito perché sono a rischio imprese e posti di lavoro e non solo.