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Finocchiaro (Confedercontribuenti): “‘abbiamo distrutto una generazione di risparmiatori con il caro energia”.

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Di Redazione

Il caro energia colpisce non solo i consumi, ma anche i risparmi degli italiani, mandando in fumo circa 50 miliardi di euro, prelevati sui conti correnti solo negli ultimi tre mesi. Ed è così che il salvadanaio degli italiani, dopo tre anni di crescita, torna a svuotarsi per effetto della crisi energetica.

Una situazione drammatica per contribuenti e imprese”, afferma Carmelo Finocchiaro, presidente della Confedercontribuenti, “abbiamo distrutto aziende e imprese e affamato i contribuenti per i costi insostenibili per il caro energia”.

I costi delle bollette sono ingestibili”, ribadisce Finocchiaro, “per cui si deve attingere oltre che alla produzione ordinaria, a quei pochi risparmi dei nostri associati”.

L’onda lunga della crisi economica generata dalla pandemia, ma soprattutto l’aumento delle bollette energetiche seguito alla guerra in Ucraina si fanno sentire sempre di più sui risparmi di famiglie e aziende. Così il salvadanaio degli italiani, dopo quasi tre anni di crescita costante, torna a svuotarsi.

Un’inversione di tendenza certificata dai dati, che indicano come solo negli ultimi tre mesi sono stati prelevati da conti correnti e altre forme di risparmio oltre 50 miliardi di euro.

I risparmi degli italiani, secondo uno studio di Unimpresa, erano quantificabili in 2.097 miliardi, mentre ad ottobre la cifra è calata a 2.047 miliardi.

Una fotografia scattata analizzando i dati della Banca d’Italia, spiega la confederazione delle imprese, secondo la quale “il deflusso improvviso potrebbe avere qualche ripercussione” sulla raccolta da parte delle banche e degli istituti di credito. Un’inversione di tendenza rispetto ai due anni precedenti, perché a causa della pandemia vi era stato un drastico calo dei consumi e una tendenza al risparmio.

Sono soprattutto i conti correnti la forma di accumulo più utilizzata da aziende e cittadini, sia durante la fase di risparmio sia come fonte a cui attingere in caso di liquidità necessaria in tempi rapidi: il saldo totale era pari a 1.182 miliardi a fine 2019, a 1.349 miliardi a fine 2020, a 1.449 miliardi a ottobre 2021 e a 1.480 miliardi a dicembre 2021, e ancora in aumento fino a 1.497 miliardi fino a luglio 2022. Poi la discesa di 45 miliardi (-3,0%) a 1.452 miliardi toccati a ottobre scorso. Più lineare l’andamento delle altre forme di deposito e accumulo di liquidità, come i depositi con durata prestabilita, i depositi rimborsabili con preavviso, i pronti contro termine.

L’Italia è da sempre considerata una nazione di risparmiatori, ma tutto ciò oggi è solo un luogo comune. In questi l’ultimi tre mesi con il caro energia, dieci milioni di italiani potrebbero non avere risparmi sufficienti per sopperire alla mancanza di reddito”, conclude Finocchiaro, “Se il Governo e le forze politiche non interverranno il Bel Paese andrà a gambe all’aria”.

Nel 1995, secondo i dati Ocse di contabilità nazionale, l’Italia si collocava al primo posto fra i paesi dell’Organizzazione per tasso di risparmio: il 16 per cento del reddito totale disponibile annuale non veniva consumato, ma risparmiato.

Il caro energia sta, quindi, mettendo a dura prova la tenuta delle famiglie e delle persone che hanno pochi risparmi a cui attingere e si trovano, da un giorno all’altro, senza uno stipendio, per la chiusura o il fallimento di tante aziende, e adeguata protezione sociale con la rimodulazione del reddito di cittadinanza.