Roma, 9 nov. – Riccardo Magi, deputato di Più Europa, Ivan Scalfarotto, senatore di Italia viva e Luigi Manconi già presidente della commissione Diritti umani si sono autodenunciati alla polizia giudiziaria per il supporto economico e organizzativo prestato affinché Sibilla Barbieri “potesse andare in Svizzera per ottenere quell’aiuto medico necessario alla morte volontaria, che il suo Paese le ha negato”.
Un’azione per rilanciare il dibattito anche dentro il Palazzo sul fine vita e sul “rispetto” delle sentenze emesse dalla Corte Costituzionale. Le ragioni del gesto di “disobbedienza civile” come loro stessi lo hanno chiamato, sono state al centro di una conferenza stampa tenuta questo pomeriggio nella sala stampa della Camera.
“Mi conforta poter pensar di avere contribuito magari solo di un’oncia ad alleviare le sofferenze di un essere umano, per questo ho partecipato a questa azione di disobbedienza civile”, ha spiegato Manconi.
“In Italia – lamenta Magi – le persone ancora non vedono rispettata la propria volontà sul fine vita. Per questo nel caso di Sibilla Barbieri ho deciso di contribuire alla spese per il viaggio in Svizzera per il suicidio assistito, autodenunciandomi oggi. Questo nella speranza che il mio gesto possa servire per arrivare ad una legge che tuteli davvero la libertà di scelta sul fine vita per tutti i cittadini. La Regione Lazio è meritevole di una ‘sanzione politica’ e va chiamata in causa”. La polemica riguarda, secondo la ricostruzione di Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, il diniego ricevuto dalla regista 58enne malata oncologica terminale dalla sua Asl a Roma, di accesso all’aiuto di morte volontaria.
“Credo che uno Stato che si intromette in una sfera così intima sia uno Stato arcigno e che non corrisponde alla civiltà che ha l’Italia”, osserva Scalfarotto.
Marco Cappato, responsabile legale dell’associazione Soccorso Civile (che si era autodenunciato ieri) ‘chiama’ ad unirsi nelle azioni di disobbedienza civile l’intero arco parlamentare. Sibilla Barbieri “aveva il diritto di essere aiutata in Italia a terminare la sua vita e le sue sofferenze. E’ stata fatta una vera e propria violenza di Stato negandole questo diritto e obbligandola ad andare in Svizzera. Ci siamo autodenunciati – spiega Cappato – per affermare il rispetto delle regole e delle sentenze della Corte Costituzionale. Il fatto che oggi ci siano anche dei parlamentari che partecipano a questa ‘disobbedienza civile’ rafforza questa azione e invitiamo tutti i parlamentari che ritengono urgente interrompere una situazione in cui viene inflitta un tortura contro la volontà dei malati, ad entrare a fare parte di questa organizzazione”.
Cappato ha quindi annunciato che invierà lettere a tutti i parlamentari e ai consiglieri regionali per unirsi alla battaglia “per il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali”.