di Patrizia Orofino
Quando la letteratura, incontra la filosofia, avviene quell’alchimia chiamata: cultura. La professoressa Caterina Chiofalo, da sempre appassionata di lettura, tant’è che, da ragazza come lei stessa, definisce: passatempo, ciò che oggi non è solo una passione ma una concreta voglia di mettere nero su bianco i suoi pensieri e non solo. Scrittrice per amore, abbiamo avuto l’occasione di intervistare una delle donne più brillanti dal punto di vista letterario presenti nello scenario della nuova letteratura italiana.
D: Caterina, ci parli un pò di lei: dov’è nata?
R: Sono nata in un piccolo e ameno borgo lambito dal mare, Falcone, in provincia di Messina,
nel 1963. Fin da bambina coltivai l’interesse per la lettura; leggevo di tutto: i libri che
trovavo in casa o che scambiavo con le amiche, romanzi d’avventura, racconti, biografie di
personaggi illustri, e leggere è sempre stato il mio passatempo preferito. Da ragazza scelsi
il liceo classico e poi, appassionatami alla cultura antica, oltre che a quella moderna e
contemporanea, la facoltà di Lettere classiche, conseguendo a pieni voti la laurea a
Messina. Oggi insegno in un Liceo Scientifico di Catania, dove vivo. Ho fatto diverse
pubblicazioni, sia di articoli di giornale, sia di libri, tra cui il romanzo storico “Domitilla di
Kàtina e i martiri di Catania”, e la raccolta
di racconti storici “Le donne della Divina Commedia,” ampliato con
altri racconti nell’edizione successiva dal titolo “Le donne di Dante.”
D: Caterina, di cosa parla il suo libro?
R:Il mio libro è, intanto, un romanzo storico e, di conseguenza, racconta in modo romanzato,
aggiungendo cioè ai fatti storici e archeologici un briciolo di fantasia, la vita di Maria
Maddalena. La protagonista è di certo una delle donne che hanno seguito Gesù nei suoi
viaggi, aiutandolo durante le soste con la preparazione dei pasti e, almeno alcune di loro,
finanziando il gruppo degli apostoli e dei discepoli nelle peregrinazioni e durante le soste;
è, inoltre, molto di più. Ella è anche e soprattutto la donna che, dopo Maria di Nazareth, la
madre di Gesù, ha recepito meglio degli altri discepoli le parole del Messia, aprendo il
proprio cuore all’amore incondizionato per Dio e per il prossimo e comprendendo che il
Messia non era un politico rivoluzionario con l’obiettivo di cacciare i Romani dalla
Palestina, ma veramente il figlio di Dio, sceso sulla terra e fattosi uomo per il perdono dei
peccati dell’umanità, dopo la caduta di Adamo. Forse intuì, addirittura prima degli Apostoli,
il destino di Gesù: la morte sulla croce; lei che sarebbe stata considerata l’Apostola degli
Apostoli o “La Turrita”, cioè “La Grande”, “La Magnifica, per la sua tenacia e per aver
assistito, lei per prima, alla Resurrezione del Maestro. Sullo sfondo la città di Efeso,
importante città romana dell’Asia Minore, dove Giovanni, il discepolo amato da Gesù, si
recò per diffondere la Sua parola e portando con sé Maria di Nazareth, raccomandatagli
dal Figlio, oltre che un gruppo di fedeli cristiani, uomini e donne. Tra di loro le donne di
Galilea, di cui Maddalena faceva parte.
D: Come le è venuta l’idea, riguardo al tema del libro?
R:Da quando è stato scritto “Il Codice da Vinci” di Dan Brown, avevano iniziato a circolare
strane idee sull’identità di Maddalena tanto che lei era considerata la compagna di Gesù o,
addirittura, la moglie. Questo mi ha spinto ad approfondire le ricerche storiche su questa
figura femminile ed a rileggere le fonti che parlavano di lei, sia i Vangeli canonici che quelli
apocrifi. Così ho scoperto che la mistificazione di Dan Brown si basava su un’ errata
lettura di una delle fonti su Maddalena e su congetture completamente inventate.
Occorreva dimostrare la verità: Maria, “chiamata” Maddalena, non era né una prostituta,
né una deviata mentale, figura completamente inventata per togliere credito al figlio di Dio
e, quindi, al Cristianesimo intero.
D: Qual è la sensazione che immagina, quando un lettore finisce di leggere il suo
libro?
R: Immagino lo sguardo di chi ritorna, piacevolmente sorpreso, da un viaggio nel passato, al
tempo di Gesù e delle prime comunità cristiane, attraversate sì dalla paura della
persecuzione, ma rasserenate dalla dolcezza e dalla verità della parola di Dio. Tutto ciò in
una società in cui allora dominavano i Romani e, in proposito, credo che gli appassionati di
Storia antica trovino diletto nella descrizione di Efeso, dei costumi romani, di quelli orientali
e di quelli degli Ebrei, ampiamente descritti e raccontati. Nel libro c’è un po’ di tutto di
quell’epoca: i miti pagani, le religioni orientali che si fondevano con quella dei Romani e
dei Greci, un sincretismo religioso e culturale unico nella storia, dai tempi di Alessandro
Magno; la storia dei cristiani, dei riti primitivi, delle chiese rudimentali spesso improvvisate
nella stanza di una casa più grande, che un benefattore metteva a disposizione per la
frazione del Pane. C’è soprattutto la figura di una donna che Gesù trattava alla stregua
degli uomini perché lui metteva sullo stesso piano tutti, indipendentemente dal sesso, dalla
provenienza, dal lavoro esercitato, dalla ricchezza ecc. Il messaggio di Gesù era rivolto a
tutti/e e tutti/e avevano la dignità di figli/e di Dio, senza alcuna distinzione.
D: Progetti per il futuro?
R: Per il momento prendo una pausa dalla scrittura, perché la stesura del libro è stata molto
impegnativa e ora voglio un po’ riposarmi, anche perché il lavoro occupa gran parte del
mio tempo, quindi scrivere significa aggiungere un interesse corposo, esercitato nei pochi
momenti liberi della settimana, ad un’attività faticosa, ma per fortuna appassionante e
gratificante sul piano umano, quale è quella dell’ insegnamento.
Preferisco, invece, leggere, perché è con la lettura che si approfondisce il proprio sapere,
si riflette su se stessi e sul destino umano e, chissà, forse sarà proprio dalla lettura di
qualche qualche libro avvincente che nascerà una nuova idea.