“Nel 2019 è stata avviata nella provincia di Napoli la sperimentazione del sistema ‘Mobile Angel’, un progetto molto particolare che sta dando ottimi successi. È stato sviluppato con una società privata, Intellitronika, grazie al sostegno delle associazioni Soroptimist International Italia e Woman Care Trust, impegnate nella tutela delle vittime di stalking, e della Fondazione Vodafone Italia, che persegue finalità di assistenza alle categorie sociali vulnerabili. Il progetto, oggi esteso alle province di Milano e Torino d’intesa con le rispettive Procure della Repubblica, prevede la consegna alle vittime di violenza di genere di un dispositivo di allarme integrato in uno smartwatch, connesso con la rete telefonica tramite il cellulare dell’utente. Una App dedicata consente, in caso di necessità, di inviare richieste d’intervento alla Centrale Operativa dell’Arma”. Lo dice il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Teo Luzi, in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Questo dispositivo, spiega il generale, il cui costo si aggira su 1000-1500 euro l’anno per ogni dispositivo” e quindi “potrebbe essere pensato per i casi più importanti visto che funziona molto bene e non ci sono falsi allarmi né allarmi non partiti e si potrebbe limitare a situazione fortemente rischiosa” è stato apprezzato dalle Autorità giudiziarie e “in sede di Ufficio di Coordinamento e per la Pianificazione delle Forze di polizia” si è deciso di “avviare approfondimenti sull’estensione anche alle articolazioni territoriali della Polizia di Stato, anche valutando l’ipotesi di finanziare l’iniziativa con risorse statali. Al riguardo, questa Commissione potrebbe avviare uno specifico approfondimento su questa interessante iniziativa, eventualmente finanziabile con fondi statali”, aggiunge Luzi.
Complessivamente sono stati assegnati 15 smartwatch a Napoli, 15 a Milano e 20 a Torino e il loro utilizzo, ha spiegato ancora il generale, “ha determinato positivi riscontri in ragione sia dell’accresciuta percezione di sicurezza da parte delle vittime, consapevoli di poter contare su interventi tempestivi a fronte di situazioni di emergenza, sia dell’accertata funzione di deterrenza svolta dagli apparati. Al riguardo, in più circostanze, a Milano e Napoli, l’attivazione del sistema di allarme da parte delle vittime ha consentito il tempestivo intervento di pattuglie dei Carabinieri in circuito, inducendo gli stalker ad allontanarsi repentinamente alla vista dei militari. In particolare – spiega ancora – lo scorso mese di gennaio, a Milano, l’utilizzo del ‘Mobile Angel’ è stato determinante per l’arresto in flagranza di reato di un uomo che, già sottoposto alla misura dell’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento alla persona offesa, si è presentato presso la vittima pretendendo del denaro”. (AGI)