Oggi celebriamo il “tax freedom day” cioè il primo giorno dell’anno in cui lavoriamo solo per noi stessi: fino al 19 luglio il nostro stipendio è stato devoluto allo Stato, da oggi costruiamo il gruzzolo tutto nostro. In giorni è il corrispettivo di quel 55% di cui si parla. Noi di Federcontribuenti abbiamo un dato piu’ preciso, la tassazione arriva al 64%. Il nostro rapporto con lo Stato esattore è stato sempre improntato a una certa fantasiosa libertà vessatoria. Non dimentichiamo che solo nel 1991 è stata abolita la tassa sulle banane, considerate consumo di lusso. E solo nel 1995 ci siamo liberati della gabella sull’ombra dei balconi, dei gradini che insistono sulla pubblica via. E poi tassavamo i dadi da brodo, i tubi, lo zucchero, il caffè, la cicoria, l’olio di semi, la margarina, i velocipedi (fonte La Stampa). Ora che si parla sottovoce ma non troppo di una ulteriore manovra bis o di una nuova edizione della patrimoniale se lo spread non ci fa il favore di scendere i nostri governanti se ne inventeranno un’altra.