” Pronto, è la Federcontribuenti? Chiamo da Firenze e vorrei denunciare un tentativo di usura nei miei confronti, l’usuraio è Equitalia”. Il cittadino in questione invia telematicamente alla Federcontribuenti una intimazione di pagamento a suo nome inviatagli da Equitalia. Non è un errore, né un fatto isolato, sono decine le segnalazioni in questo senso da tutta Italia. Il cittadino nel 2007 ha pagato in ritardo un tributo, questo ritardo ha prodotto nello stesso anno un debito pari a euro 4,21 che il contribuente o per dimenticanza o per altro non ha pagato. Oggi, a distanza di 5 anni, quei 4,21 euro diventano 418,19 e se non li paga entro 5 giorni scatterà, come gli preannuncia Equitalia, – l’esecuzione forzata – come ad esempio il fermo amministrativo dell’auto. Naturalmente la cartella sarà oggetto di ricorso e se ne occuperanno i legali dell’organizzazione, tuttavia le anomalie sono altre e a evidenziarle è il presidente Carmelo Finocchiaro: « la normativa inerente alla riscossione è un ginepraio di codici e cavilli che aggirano la stessa legge, basti pensare che se un contribuente può usufruire di uno sgravio fiscale da parte del creditore, Equitalia, pretende comunque il pagamento del suo aggio che se negato mette in atto un circuito infernale. Inoltre, in questo caso, i tassi di interesse sono stati calcolati fino al 20/04/2012 precisando che ci saranno nuove sanzioni per ogni giorno di ritardo. Il compenso di Equitalia è pari a euro 62,18 mentre gli interessi di mora sono precisamente di 351, 80 euro. Questi tassi di interesse sono quelli indicati dal ministero delle Finanze, ciò significa che senza una adeguata riforma tutti i tentativi di liberarsi non tanto di Equitalia, ma, di un sistema della riscossione sbagliata e ingiusta, sarà inutile».