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Export: in E.R. nel 1° trimestre cala dell’1,3%, moda in crisi

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Nel primo trimestre dell’anno, i distretti tradizionali dell’Emilia-Romagna hanno registrato un valore complessivo delle esportazioni pari a 5,4 miliardi di euro, con una contrazione dell’1,3%, in linea con la media nazionale che ha mostrato una riduzione dell’1,1%. Questo il dato che emerge dalle risultanze dell’analisi periodica curata dal Research Department di Intesa Sanpaolo. Secondo gli analisti, la dinamica del primo trimestre è influenzata sia dal rallentamento del commercio mondiale sia dalla debolezza della domanda di beni di consumo durevoli e semidurevoli, che ha penalizzato i distretti del sistema casa e del sistema moda, particolarmente rilevanti nella regione. Per la restante parte dell’anno, l’export regionale dovrebbe beneficiare di una favorevole specializzazione settoriale, grazie al peso rilevante della meccanica e dell’agro-alimentare. Inoltre, la buona penetrazione nei mercati emergenti, che mostrano dinamiche di export più vivaci, rappresenta un ulteriore vantaggio per l’Emilia-Romagna. “In particolar modo in questa fase è fondamentale per la competitività delle nostre imprese cogliere le opportunità legate a sostenibilità, digitalizzazione e transizione 5.0 – spiega Alessandra Florio, direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo -. Abbiamo lanciato, già da marzo, il programma di finanziamenti “Il tuo futuro è la nostra impresa” che mette a disposizione delle imprese dell’Emilia-Romagna 10 miliardi di euro proprio su transizione 5.0 ed energia, sviluppo internazionale, digitale e cybersecurity, in stretta correlazione con gli obiettivi del Pnrr”. Nel primo trimestre del 2024, il settore agro-alimentare dell’Emilia-Romagna ha mostrato una solida performance, con esportazioni che hanno superato 1,2 miliardi di euro. Le esportazioni dell’alimentare di Parma sono aumentate del 7,1%, passando da 428 milioni di euro nel primo trimestre 2023 a 459 milioni. Ottima la performance verso Francia (+10,5%) e Regno Unito (+24,9%). Il distretto dei salumi del modenese ha registrato un incremento dell’8,8% che ha portato il totale a 233 milioni di euro (+19 milioni). L’ortofrutta romagnola, segnata dall’alluvione del 2023, ha visto un lieve calo (-0,2%) attestandosi a 204 milioni di euro. I salumi di Parma hanno mostrato una performance estremamente positiva (+17,6%), passando da 116 milioni nel primo trimestre 2023 a 137 milioni. Quasi l’80% di questo incremento è dovuto alla brillante performance nei principali mercati di sbocco: Stati Uniti, Francia e Canada. Notevole performance (+36%) per il lattiero-caseario parmense, che passa da 78 a 106 milioni, grazie principalmente a Stati Uniti (+44,2%) e Giappone (+153,5%). Anche il lattiero-caseario di Reggio Emilia ha mostrato una crescita significativa con esportazioni aumentate del 12,5%. Il valore dell’export è salito da 49 milioni di euro nel primo trimestre del 2023 a 55 milioni di euro nello stesso periodo del 2024, grazie al traino del mercato statunitense (+157,8%). Il distretto dei salumi di Reggio Emilia è l’unico del settore agro-alimentare a mostrare un calo nelle esportazioni, con una diminuzione del 6,6%. Più eterogeneo il quadro delle realtà distrettuali specializzate nella meccanica, uno dei principali motori dell’export emiliano-romagnolo. La meccatronica di Reggio Emilia ha visto un decremento del 9,4% (-120 milioni) nel primo trimestre del 2024, con esportazioni che hanno sfiorato 1,2 miliardi di euro. Il calo è stato influenzato dalla riduzione degli acquisti provenienti dai principali partner commerciali europei, tra cui Germania (-15,3%) Francia (-18%) e Regno Unito (-28,2%). Gli Stati Uniti e la Spagna hanno mostrato segni di dinamismo con incrementi rispettivamente del 12,4% e del 7,2%. Le esportazioni del distretto delle macchine per l’imballaggio di Bologna hanno mostrato un leggero incremento dello 0,3%, raggiungendo 693 milioni di euro. Tra i risultati positivi si distinguono Francia (+48%), Germania (+16,8%), Spagna (+30,1%), Messico (+139,4%) e Svezia (+197,4%). Il distretto della food machinery di Parma ha mostrato una performance robusta, con un incremento del 20,8% nel primo trimestre del 2024. Le esportazioni hanno raggiunto 429 milioni di euro, grazie al traino fornito dalla Cina, che ha quintuplicato i suoi acquisti rispetto al primo trimestre 2023. Le macchine agricole di Reggio Emilia e Modena hanno mostrato un aumento pari al 2%, con esportazioni pari a 225 milioni di euro. L’export del distretto dei ciclomotori di Bologna si è attestato a 221 milioni di euro, con un calo dell’8,4% rispetto al primo trimestre 2023. Tra i mercati di sbocco in evidenza, gli Stati Uniti che realizzano una crescita del 33,8%. Le macchine per il legno di Rimini hanno registrato una diminuzione del 15,3%, raggiungendo i 116 milioni di euro: il distretto ha risentito del calo nei vicini mercati europei. Le macchine utensili di Piacenza hanno registrato un valore delle esportazioni pari a 48 milioni di euro, realizzando una notevole crescita del 33,3%. Un risultato trainato principalmente dalle vendite verso la Francia, che hanno contribuito per quasi un terzo dell’incremento, e verso il Regno Unito, che ha generato quasi il 50% della crescita del distretto. I distretti del sistema moda sono stati i più colpiti dal peggioramento della domanda internazionale. I distretti romagnoli dell’abbigliamento di Rimini e delle calzature di San Mauro Pascoli hanno registrato un calo delle esportazioni rispettivamente dell’11,9% e del 24,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, attestandosi a 123 e 45 milioni di euro. Meno marcata la riduzione delle vendite all’estero per il distretto della maglieria e abbigliamento di Carpi, che ha limitato le perdite allo 0,5%. Per il sistema casa il distretto delle piastrelle di Sassuolo ha registrato una flessione del 7,2%, a causa della significativa riduzione delle vendite verso il mercato francese (-13,8%) e quello tedesco (-14,3%). Questo calo si inserisce in un contesto di crescente competizione nel settore dei prodotti e materiali da costruzione, con i paesi emergenti che intensificano la loro presenza e offrono alternative sempre più competitive. Più contenuto il calo del distretto forlivese dei mobili imbottiti che ha limitato le perdite al 2%. L’export dei poli tecnologici dell’Emilia-Romagna ha mostrato una crescita complessiva del 3,3%, raggiungendo i 402 milioni di euro. Il biomedicale di Mirandola si distingue per la sua notevole performance, con un aumento del 19,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo i 162 milioni di euro. Il Polo Ict dell’Emilia-Romagna ha subito una contrazione del 9,1%, scendendo a 158 milioni di euro. Il biomedicale di Bologna ha conseguito una crescita del 2,3%, con esportazioni pari a 82 milioni di euro. (AGI)