La campagna elettorale per l’assegnazione della sede di Expo 2030 entra nel vivo a poco meno di 5 mesi della decisione finale da parte del Bureau des Expositions e coinvolge direttamente anche i governi delle quattro città candidate. Per l’Italia sarà in campo direttamente la premier Giorgia Meloni. Per tutti i contendenti la partita per accaparrarsi il grande evento appare legata anche un posizionamento sullo scacchiere geopolitico.
Martedì 20 e mercoledì 21 giugno a Parigi si svolgerà la 172esima assemblea generale del Bie, sarà l’ultima occasione per le quattro contendenti (Roma per l’Italia, la capitale saudita Riad, le due città portuali di Busan in Corea del Sud e Odessa in Ucraina) di presentare, ciascuna in 20 minuti, la propria candidatura. Poi, probabilmente tra il 27 e il 28 novembre, sarà calendarizzata la votazione a scrutinio segreto da parte dei delegati dei 179 Stati membri.
Per accompagnare la parte finale del percorso di candidatura si stanno muovendo anche i governi dei rispettivi Paesi. Dal 14 giugno il principe saudita Mohammad bin Salman è a Parigi, dove ieri ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron, anche per sostenere l’attività di lobbing in favore della candidatura. Una visita accompagnata dalle critiche delle associazioni per i diritti umani. Appena un mese fa una decina di sigle hanno scritto al segretario generale del Bie Dimitri Kerkentzes per chiedere di “escludere la candidatura dell’Arabia Saudita” perché un evento di intrattenimento non “costituisca una copertura della repressione del governo e del suo abissale record di diritti umani”. Un posizionamento della Francia in favore della candidatura saudita, infatti, potrebbe trascinarsi anche l’appoggio di una serie si stati centro e nord africani. La presidente del Consiglio martedì è attesa a Parigi, in una missione di cui fanno parte anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, per sostenere il dossier della candidatura romana. Nessuna indicazione, al momento, su eventuali incontro con Macron, con cui ha avuto un bilaterale nel recente G7 di Osaka.
Nei mesi scorsi la premier ha incontrato Kerkentzes a Palazzo Chigi specificando che sarebbe un onore per l’Italia e per Roma ospitare l’edizione 2030 di Expo, anno in cui si celebra il centenario del Bie. In quell’occasione la presidente del Consiglio ha sottolineato che Roma ha tutte le carte in regola per ospitare un grande evento mondiale all’insegna della sostenibilità, dell’innovazione e della rigenerazione urbana.
A Parigi Non mancherà nemmeno il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, atteso nella capitale francese tra il 20 e 21 giugno dove potrebbe incontrare Macron. Il Comitato Roma Expo 2030 questa settimana ha inaugurato una mostra fotografica al Carrousel du Louvre con 22 scatti che ritraggono la città tra passato e presente. Cartoline della città posizionate in modo strategico nel luogo dove operano almeno la metà dei delegati del Bie. Martedì sera presso l’Ambasciata italiana a Parigi è atteso un nuovo show simile a quello che a fine aprile ha incantato di fronte al Colosseo la delegazione del Bie in visita in città per i sopralluoghi.
Il masterplan romano, curato dall’archistar Carlo Ratti è ambizioso. L’idea è quella di rigenerare l’area di Tor Vergata, dove si dovevano svolgere i Mondiali di nuoto del 2009, a partire dello scheletro della Vela di Calatrava, rimasta incompiuta dal 2011, con un boulevard urbano che passando attraverso una serie di parchi giunga fino in centro storico. Una rassegna dunque all’insegna della riconversione urbana che guarda alla smart city per rinnovare un quadrante difficile della periferia cittadina. Tra i punti di forza del progetto il più grande parco solare urbano del mondo.
La partita è aperta, anche se le risorse economiche a disposizione della candidatura saudita appaiono pressoché illimitate. Negli ultimi anni i Paesi del Golfo persico hanno ottenuto molto in termini di grandi eventi: tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 si e’ svolta a Dubai Expo 2020 – in ritardo a causa della pandemia di Covid – mentre a dicembre 2022 sono stati disputati in Qatar i Mondiali di calcio. Non stupirebbe, dunque, il tris con una nova Expo.
L’oriente, invece, ospiterà la prossima edizione della rassegna, nel 2025 ad Osaka in Giappone. Forse un appuntamento troppo ravvicinato per poter bissare subito dopo con una rassegna in Corea.
Discorso a parte per l’Ucraina, invasa da oltre un anno dalla Russia, la cui corsa è divenuta uno dei mille modi per tenere accesa l’attenzione globale sul conflitto in corso. Expo potrebbe essere un volano per la ricostruzione del Paese ma le tante incognite legate al conflitto potrebbero non garantire lo svolgimento dell’evento in sicurezza. (AGI)