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Ex Ilva: confronto tra Regione Puglia e Acciaierie

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Prima le distanze tra Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e la Regione Puglia, poi le prove di dialogo tra le parti. È l’esito della riunione di oggi pomeriggio della commissione Ambiente della Regione, presieduta da Michele Mazzarano, per un punto di situazione dopo la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea che, in relazione all’ex Ilva, ha stabilito che se un’attività industriale crea danni alla salute, questa va fermata. Intervenuti Acciaierie in amministrazione straordinaria, i vertici regionali pugliesi, i sindacati, le agenzie regionali Arpa e Aress e l’Asl Taranto. Il commissario straordinario di Acciaierie d’Italia, Giancarlo Quaranta, nominato quattro mesi fa dal Mimit, ha elencato ciò che è stato fatto negli anni per ridurre le emissioni inquinanti, coprendo i parchi minerari e introducendo tecnologie avanzate di contenimento degli inquinati ai camini. Interventi, è stato fatto notare in commissione, che si sarebbero dovuti concludere entro il 2015 e che invece sono arrivati solo in tempi recenti. Ma il punto fondamentale evidenziato dal commissario ha riguardato la decisione aziendale di produrre la Vis, valutazione di impatto sanitario, rispetto alla quale l’azienda prima del commissariamento aveva fatto opposizione. La Vis prodotta riguarda una produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio, ma se ne sta preparando un’altra commisurata alla produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio. Questa Vis, ha detto Quaranta, sarà valutata dall’Istituto superiore di sanità, “Acciaierie ha dimostrato di essere per tutti gli inquinanti al di sotto dei tetti stabiliti dalle linee guida e sono in discesa. Poi – ha aggiunto – cambiare i livelli di accettabilità fa parte delle scelte politiche. Noi ci atteniamo alle linee guida”. E a tal proposito Quaranta ha ammesso che dal 2020 c’è stato certamente un incremento di emissioni di benzene, ma con una serie di interventi si sta ottenendo una riduzione dei valori di inquinamento. Su un punto Quaranta ha insistito, chiedendo ad Arpa e al governo regionale un accertamento: non è dimostrato che le emissioni siano tutte attribuibili all’ex Ilva. L’approccio del commissario di Acciaierie non è stato però condiviso dal presidente della Regione, Emiliano, che ha stigmatizzato l’incapacità di “cambiare paradigma”. “E’ evidente – ha detto il presidente – che se la posizione è quella della limitazione del danno, senza tenere in considerazione il conclamato principio di precauzione, vuol dire che non si vuole trovare una soluzione, superare la contrapposizione tra produzione e occupazione e salute delle persone”. Emiliano ha quindi aggiunto: “Se noi, con la nostra legislazione di valutazione preventiva del danno sanitario, siamo all’avanguardia e se la normativa europea oggi riconosce che è questo l’approccio corretto, non ha senso proporre l’esempio di altri impianti che fanno peggio dell’Ilva perché potrebbero essere concorrenti sleali. Possiamo invece chiedere che anche quegli impianti si adeguino. Intanto noi lo avremo già fatto, e quindi saremo più competitivi”.La seduta della commissione si è conclusa con qualche punto fermo: il bando che i commissari di AdI stanno predisponendo è un bando di vendita e nel bando saranno inserite le istanze presentate dalle istituzioni a tutela dell’ambiente e della salute attraverso la decarbonizzazione. Infine sarà previsto un periodo prolungato di monitoraggio per la verifica del rispetto da parte dell’acquirente degli impegni assunti. “La sentenza della Corte UE, che è straordinaria, si poteva comunque prevedere – ha detto nell’audizione Vito Bruno, dg Arpa Puglia, l’Agenzia per l’ambiente – perché il quadro scientifico, quello penale e quello europeo, andavano tutti nella stessa direzione. La Corte mette quindi un altro punto di chiarezza”. “Il riconoscimento della Corte dice una cosa banale ma decisiva, ovvero che se un’attività industriale nuoce alla salute, questa va fermata – sottolinea Michele Conversano, direttore del Dipartimento di prevenzione Asl Taranto -. Tuttavia questa cosa é emersa più sui tavoli giudiziari che su quelli decisionali. E adesso con la sentenza della UE siamo più forti”. A Taranto, aggiunge Lucia Bisceglia, a capo di Aress, l’Agenzia regionale per la salute, vi sono “condizioni di criticità e vulnerabilità accertata nel profilo di salute” e per questo “stiamo definendo ulteriori strumenti di approfondimento tecnico-scientifico in relazione al nesso causale”, cioè tra emissioni e malattie. (AGI)