Si spera che la tetragona Presidentessa del Consiglio, che da oggi rappresenta tutta la Nazione e non solo la parte politica di provenienza, tenga dritta la barra del timone e non si faccia influenzare da eventuali interessati apportatori di dissenso o da chi, per proprie spregevoli finalità, dovesse remare contro.
Di Augusto Lucchese
Oggi 21 ottobre 2022, all’incirca alle ore 18, dopo una non facile gestazione è avvenuto il lieto evento che ha sancito la nascita del nuovo Governo italiano, a presidenza Giorgia Meloni (46 anni a gennaio p.v.), quale principale esponente del partito politico “Fratelli d’Italia”, indiscusso vincitore della consultazione elettorale del 25 settembre scorso. Esso è il 68° dal 1946 ad oggi.
La durata media dei precedenti governi è valutabile in poco più di un anno ciascuno. Il più longevo è stato il “Berlusconi II” (2001 – 2004) e il più corto quello di Fanfani del 1954 durato appena 11 giorni. Il Governo uscente, a guida Mario Draghi, è rimasto in carica per circa 615 giorni.
La nuova composizione governativa evidenzia un fatto di straordinaria ed eclatante rilevanza: per la prima volta in Italia una donna viene “incaricata” di assumere la guida dell’esecutivo e si insedia da premier a Palazzo Ghigi, tradizionale sede del Governo italiano.
Con un pizzico di condimento alla “Cencelli” la Presidentessa Meloni sarà affiancata da due “vicepremier”, Antonio Tajani (“Forza Italia”) e Matteo Salvini (“Lega”), rispettivamente ricoprenti altresì la carica di Ministro degli Esteri e delle Infrastrutture.
Ecco l’elenco dei nuovi Ministri con l’indicazione del partito di appartenenza:
Si prevede che il “voto di fiducia” di Camera e Senato avverrà tra martedì e mercoledì p.v.
A prescindere da personali valutazioni di merito, da convinzioni ideologiche, da affrettati giudizi di parte, è più che giusto augurarsi, che la “svolta” emersa dalla citata consultazione elettorale del 25 settembre scorso apporti un positivo e sostanziale giro di boa circa la ingarbugliata e pericolosa situazione economica e sociale gravante sulla sofferente massa popolare oltre che, essenzialmente, sulla vasta categoria produttiva delle piccole e medie aziende, in atto con la corda al collo per l’ingestibile moltiplicarsi e sovrapporsi dei costi di esercizio essenzialmente dovuti all’incontrollato pauroso rincaro delle tariffe energetiche e delle materie prime.
Si spera che la tetragona Presidentessa del Consiglio che da oggi rappresenta tutta la Nazione e non solo la parte politica di provenienza, tenga dritta la barra del timone e non si faccia influenzare da eventuali interessati apportatori di dissenso o da chi, per proprie spregevoli finalità, dovesse remare contro.
Non c’è da credere che nel breve periodo possano verificarsi miracoli ma è evidente che nelle aspirazioni di tutti esiste il desiderio di un magari graduale ritorno alla normalità, nel quadro di un concreto piano terapeutico volto a risanare le devastanti patologie socioeconomiche e funzionali che in atto affliggono il Paese.
Buon lavoro Meloni.