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Estradato cugino dalla Francia il cugino della ragazza scomparsa

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AGI – Prende corpo l’inchiesta della Procura di Reggio Emilia sulla vicenda di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa da oltre un mese dopo essersi opposta ad un matrimonio combinato in patria. Secondo gli inquirenti la giovane è stata uccisa: indagati per omicidio sono i genitori, lo zio e due cugini. Proprio uno dei due, Ikram Ijaz è stato estradato mercoledì mattina in Italia. L’uomo arrestato il 29 aprile a Nimes in Francia, è stato consegnato dalla polizia francese ai carabinieri di Reggio Emilia al posto di frontiera di Ventimiglia, con destinazione il carcere della città emiliana.

L’operazione di estradizione è stata agevolata dalla  costante collaborazione del Servizio di cooperazione internazionale della polizia criminale del Ministero dell’Interno. Ikram Ijaz, secondo il quadro accusatorio, è uno dei tre uomini – insieme allo zio e ad un altro cugino di Saman – che la sera del 29 aprile è stato ripreso dalle telecamere dell’azienda agricola dove lavorava il padre della giovane. Compaiono nei frame con due pale, un sacco ed un piede di porco: per gli investigatori questi strumenti sono serviti a preparare una fossa nel terreno per nascondere il corpo della ragazza la cui morte, ipotizzano gli inquirenti, è avvenuta la notte successiva.

Giornata importante anche sul fronte delle ricerche del corpo della 18enne. Per la prima volta è stato infatti utilizzato l’elettromagnetometro, uno ‘scanner’ molto potente in grado di scandagliare il terreno fino a sei metri di profondità. Con questa tecnologia gli investigatori intendono setacciare un’area di campagna dai 5 a 10 ettari, attorno all’azienda agricola di Novellara, nella Bassa Reggiana, dove lavoravano i parenti della ragazza. Si cerca tra le serre, sotto i tendoni. Lo strumento misura rapidamente la conducibilità elettrica dei terreni, grazie al campo elettromagnetico indotto, consentendo di registrare valori anomali dovuti a strutture, stratificazioni, agglomerati fluidi o corpi sepolti. Per questo è considerato un alleato ‘prezioso’, non solo nel campo dell’archeologia, ma anche in operazioni legati a fatti di cronaca. 

In azione anche le unità cinofile. I cani dei carabinieri calpestano un terreno argilloso e duro complicato da ‘attraversare’ anche dal loro fiuto speciale. Per questo sono stati fatti diversi carotaggi in modo da portare in superficie eventuali tracce. Sul posto anche il sostituto procuratore, Laura Galli, titolare dell’inchiesta aperta per omicidio.

Source: agi


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