di Gianni De Iuliis
Persèo è figlio di Zeus e di Danae e nipote del re di Argo Acrisio. Si trasferì nell’isola di Serifo, ove cresceva forte e valoroso, imparando a pescare, navigare, nuotare, combattere e cacciare, sotto la guida del padre adottivo Ditti. Danae, che la maturità aveva reso ancora più bella, era oggetto dei desideri del re Polidette che cercava in tutti i modi di convincerla a sposarlo. Ma ella, il cui unico pensiero era il figlio Perseo, non ricambiava il suo amore.
Polidette pensò di eliminare Perseo. Disse che sarebbe convolato a nozze con Ippodamia per il bene del regno. Radunaò gli amici confinanti e lo stesso Perseo, annunciò i suoi propositi di nozze e chiese a tutti un cavallo come regalo. Perseo non possedeva un cavallo, ma affermò che, se il re non avesse più insidiato sua madre Danae, gli avrebbe procurato qualunque cosa avesse chiesto. Il re chiese di avere come dono di nozze la testa di Medusa, una delle tre Gorgoni.
Perseo riuscì nell’impresa e ritornò presso Polidette, che stava insidiando Danae. In preda a un’ira incontenibile tirò fuori ancora la testa della Medusa pietrificando il re e i suoi cortigiani. Quindi consegnò al patrigno il potere sull’isola di Serifo e ritornò in seguito ad Argo insieme alla moglie Andromeda e alla madre Danae.
Alla morte di Perseo la dea Atena, per onorare la sua gloria, lo trasformò in una costellazione cui pose a fianco la sua amata Andromeda. Ancor oggi queste costellazioni portano i loro nomi.
(Nella foto: Perseo e Andromeda, di Tiziano Vecellio, 1554-1556. Londra, Wallace collection)