di Gianni De Iuliis
Concludiamo la nostra rubrica citando la mitopoiesi di culture diverse da quella greca. Le nostre indicazioni hanno semplicemente uno scopo informativo e una finalità di stimolo per gli approfondimenti che i lettori vorranno effettuare.
In particolare, faremo riferimento ai miti biblici, alla mitologia norrena e al folclore italico.
Per quanto concerne il primo gruppo, i Sumeri, antenati di Abramo, conservavano miti e leggende della umanità antica:
Questi miti e leggende erano i simboli che permettevano di penetrare i misteri del mondo e della vita.
Si ritrovano tracce di questi miti anche nella Bibbia: i saggi di Israele, i sapienti ebrei colgono le domande fondamentali per le quali i Babilonesi avevano costruito i loro miti e le pongono alla storia della Rivelazione divina scoprendo nuovi significati e costruendo nuovi miti.
In qualche modo essi reinterpretano i miti Babilonesi alla luce della rivelazione divina. I protagonisti delle “vicende delle origini” raccontate nei miti dei popoli vicini, nei miti biblici non sono più gli dèi mesopotamici e gli uomini-eroi, ma Dio e gli antenati di Abramo.
Il mito biblico è un racconto che descrive l’origine, il principio e perciò il significato creativo-salvifico della realtà.
Citiamo da Ratzinger:
«La Bibbia è l’eco della storia di Dio con il suo popolo, non è un romanzo o un manuale. Essa presenta sia le difficoltà che Dio incontra nella relazione con il popolo che le difficoltà del popolo a conoscere, comprendere e seguire Dio. Il tema di “Dio creatore” viene perciò incontrato nella Bibbia più di una volta, esso attraversa tutta la storia della relazione con Dio. La conoscenza di Dio si afferma nella Bibbia passo dopo passo. Con l’avvento di Gesù tutti i temi della Bibbia –dunque anche quello della creazione- riceveranno, secondo i cristiani, una luce nuova, nuovi significati.
Ogni testo biblico va interpretato nella scia del cammino che il tema da esso centrato ha fatto nella Bibbia. Il tema [di Dio creatore] non fu mai del tutto assente ma non fu sempre importante per Israele allo stesso modo.
Durante l’esilio babilonese esso divenne centrale: nel momento in cui la storia mostrava un Dio debole e vinto dagli dèi babilonesi, Egli si rivela per mezzo dei profeti il Dio che permette la dispersione del suo popolo perché vuole farsi conoscere dagli altri popoli e questo lo fa perché è il Dio della storia che ha nelle sue mani i popoli, il mondo, il suo destino e dunque la sua origine. Dio è il Creatore, colui che ha il potere su tutto».
(Nella foto: Creazione di Adamo, affresco di Michelangelo Buonarroti, 1511, Città del Vaticano, Musei Vaticani, Cappella Sistina)