di Gianni De Iuliis
La concezione elitaria e aristocratica del sapere e della morale, il suo stile aforistico, «oscuro» e spesso impenetrabile, il suo carattere altero e superbo, la sua speculazione isolata e non integrata in alcuna scuola, ci autorizzano a un paragone azzardato con Nietzsche.
Tra l’altro lo stesso Nietzsche, che pure non stimò molte personalità filosofiche, reputò Eraclito il suo predecessore, considerandolo uno dei pochi filosofi degni della sua stima.
A Eraclito Nietzsche dedica parole appassionate sia ne La filosofia nell’epoca tragica dei greci sia ne I filosofi preplatonici, una serie di lezioni da lui tenute sulla filosofia antica.
La figura di Eraclito è dipinta da Nietzsche con i colori del presente: paragona la sua personalità a quella di Schopenhauer e mette in correlazione la forza speculativa eraclitea con la potenza delle visioni wagneriane. Tra l’altro molte intuizioni eraclitee sono riprese da Nietzsche nel tentativo di dimostrare scientificamente la teoria dell’eterno ritorno dell’uguale.
Eraclito ha influito sulla filosofia moderna soprattutto perché ha posto quelle basi teoriche e speculative che sfoceranno in seguito nella «dialettica», termine filosofico che in tale accezione indica una visione del reale in termini di sviluppo, lotta e opposizione.
La comprensione del pensiero di Eraclito è resa assai difficile dalla condizione in cui possediamo i suoi testi e dal fatto che non sappiamo neppure se essi appartenessero a opere sistematiche o a raccolte di aforismi.
In ogni caso quello di Eraclito è un autentico caso filosofico: è il primo tentativo di svincolare l’archè dalla materia, individuando il principio come legge. Anche se poi in seguito sarà identificato anche in un elemento fisico come il fuoco, che comunque ha una forte valenza speculativa, visto che esso possiede una forte connotazione dialettica.
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