AGI – Entro quest’anno l’acqua diventerà un contratto future, simile a quelli che esistono per altre commodity come l’oro o il petrolio. Il Cme Group, la più grande piazza finanziaria dei contratti a termine del mondo, in collaborazione con il Nasdaq, ha annunciato la creazione del primo future al mondo sull’acqua.
Si rompe così un tabù: anche l’acqua, il bene più prezioso insieme all’aria, diventerà una commodity e sarà influenzata dalla speculazione finanziaria, che potrà quindi speculare sulla siccità e sulle crisi idriche.
Il contratto, che debutterà nel quarto trimestre, sulla piattaforma Globex, impiegherà come sottostante il Nasdaq Veles California Water Index, che a sua volta rispecchia il prezzo dei diritti sull’acqua in California: un mercato da 1,1 miliardi di dollari ma anche una risorsa insostituibile, unica, specie di questi tempi, dopo i devastanti incendi che hanno imperversato in gran parte dello Stato Usa e i cui fumi hanno oscurato il sole in gran parte dell’America nord orientale.
Il future sull’acqua, spiega il Cme, potrà servire come strumento di risk management, per aiutare le municipalità, le aziende agricole e le imprese industriali a proteggersi dai rischi economici legati alle carenze idriche. Basti pensare che il 40% dell’acqua consumata in California è destinata all’irrigazione, con costi molto elevati specie per alcune colture, come quella delle mandorle. In avvenire, tuttavia, questo future non avrà una valenza esclusivamente locale: col tempo il Cme spera che diventi un indice benchmark, una sorta di termometro in grado di segnalare il livello di allarme sull’acqua a livello globale.
Quasi due terzi della popolazione mondiale potrebbe affrontare carenze idriche entro il 2025, sostiene il Cme. “La scarsità di acqua è certamente una delle maggiori sfide con cui tutti nel mondo oggi devono confrontarsi”, spiega Tim McCourt, global head of equity index and alternative investment products del Cme. Il problema è denunciato da tempo dalle istituzioni internazionali e dalle ong di tutto il mondo.
Come stima il Geological Survey statunitense, il 70% della superficie terrestre èricoperta di acqua, ma per il 97% si tratta di mare: acqua salata, inutilizzabile a meno di trattamenti costosi e ad alto consumo di energia. Del restante 3% di risorse idriche, appena un terzo è direttamente utilizzabile come acqua potabile. E la situazione rischia di peggiorare, con gravi ricadute per l’umanità, visto che la mancanza d’acqua scatena guerre e spinge a migrazioni. Per questo il Cme prevede che il valore di questo investimento è destinato a salire, sulla spinta del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della crescita demografica.
L’idea che l’acqua possa diventare oggetto di speculazioni finanziarie è destinata a far discutere e potrebbe attirare ulteriori critiche sul Cme Group, già contestato per il crollo del prezzo del petrolio e per le anomalie di quello dell’oro. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 28 luglio 2010 ha infatti incluso l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico sanitari tra i “diritti umani universali e fondamentali”. Ma a un decennio da questa risoluzione il bilancio non èincoraggiante.
Gli investitori interessati a scommettere sull’acqua non mancano. Tra questi c’è Michael Burry, divenuto celebre per aver scommesso contro il fenomeno dei mutui subprime: il gestore – che ha ispirato il libro e il film The Big Short – per anni ha sbandierato di essersi focalizzato sul settore idrico e si dice che Burry e altri speculatori abbiano accumulato terreni agricoli con annesse risorse idriche.
Tra gli strumenti a disposizione anche del pubblico retail ci sono una decina di Etf, quotati perlopiù negli Usa, che riflettono l’andamento di titoli legati all’acqua. Esiste anche qualche fondo specializzato e in Australia dal 2003 è in funzione una piattaforma B2B per scambiare diritti sull’acqua. Ma con il future del Cme l’acqua entra in un circuito nuovo, molto più vasto e inesplorato.
Vedi: Entro il 2020 l'acqua diventa 'future' e sarà quotata
Fonte: economia agi