AGI – Enrico Letta scende in campo e si candida a guidare il Pd. Lo fa con un breve video postato su Twitter in cui indica nell’amore per la politica e i valori della democrazia la base della sua decisione. “Francamente, lunedì scorso non avrei immaginato che oggi sarei stato qui ad annunciare la mia candidatura alla guida del Partito democratico, quel partito che ho contribuito a fondare e che oggi vive una crisi profonda. Lo faccio per amore della politica e per passione per i valori democratici”, confida.
Poco prima, l’ex presidente del Consiglio aveva postato una fotografia, sullo stesso social network, che lo ritraeva al Ghetto di Roma, aggiungendo una citazione della senatrice a vita e sopravvissuta all’Olocausto Liliana Segre: “Non siate indifferenti“. Una frase che richiama alla memoria quella che Antonio Gramsci pose alla base di ogni impegno politico: “Odio gli indifferenti”.
Al di là dei riferimenti di ieri e di oggi, Letta è già al lavoro sulla relazione da presentare domenica, come si intuisce anche dalle sue parole, pronunciate negli uffici della Scuola di Politica a Roma, con alle spalle le cartine geografiche dell’Italia. Una scelta spontanea, come anche quella di mostrarsi in maniche di camicia, che non sottende ad alcun messaggio. Anche perchè quanto ha da dire, Letta lo dirà davanti ai mille del ‘parlamentino’ dem.
I contorni di quella relazione, che conterrà la proposta politica al partito, è tuttavia possibile rintracciarli nelle poche parole di oggi. “Parlerò domenica all’assemblea – dice Letta – io credo alla forza della parola, al valore della parola. Chiedo a tutti coloro che domenica voteranno di ascoltare la mia parola e di votare sulla base delle mie parole sapendo che non cerco l’unanimità, cerco la verità nei rapporti tra di noi per uscire da questa crisi e guardare lontano”.
E’ questa, per Letta, la chiave di lettura di tutta questa vicenda: nei giorni scorsi, infatti, si sono dette e fatte molte considerazioni sulle ‘condizioni specifiche’ che sarebbero state avanzate a chi lo ha chiamato. Ma l’unica condizione alla quale Letta tiene veramente, è la verità nei rapporti e nelle parole da dire al Paese e alla comunità del Partito Democratico. Quello che è mancato negli ultimi mesi, quando parti della minoranza Pd in parlamento hanno cominciato a bombardare il segretario in carica, Nicola Zingaretti, fino a provocarne il passo indietro.
A Zingaretti, Letta riserva parole di stima e amicizia: “Voglio ringraziare Nicola Zingaretti. Mi lega a lui profonda amicizia e grande sintonia“. La relazione all’assemblea, tuttavia, non esaurisce il percorso che porterà Enrico Letta ad insediarsi al Nazareno. Sulla base delle parole dette all’Assemblea nazionale del Pd di domenica, infatti, il neo segretario aprirà “un dibattito in tutti i Circoli. Chiedo alle democratiche e ai democratici nelle prossime due settimane di discutere, nelle modalità in cui questo oggi è possibile. Poi faremo insieme sintesi e troveremo le idee migliori per andare avanti, insieme”.
Una scelta, quella di Letta, accolta positivamente dall’intero partito, tanto che anche la parola “congresso” scompare dalle dichiarazioni ufficiali della minoranza dem: “Grazie Enrico”, scrive in un post Dario Franceschini. E “grazie Enrico” sono anche le prime parole utilizzate dall’altro azionista della maggioranza dem: “Una scelta bella e generosa. Buon lavoro”, scrive su Twitter Andrea Orlando. Il segretario uscente vede in Letta l’occasione per andare avanti in quel processo di ricostruzione del partito iniziato due anni fa, dopo la sconfitta alle elezioni politiche che portò il Pd al minimo storico del 18 per cento.
“Enrico Letta è la persona giusta e corretta per aiutare il Pd a continuare a ricollocarsi come protagonista indiscusso della democrazia in Italia. Io avevo preso in mano il partito un anno dopo una sconfitta devastante, che lo aveva marginalizzato e l’ho portato fino a qua. Ora è un partito forte, di governo e protagonista della democrazia italiana”, sottolinea il governatore del Lazio. Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Ue, Enzo Amendola, Enrico “saprà ricostruire l’unità del partito, dettare un’agenda riformista e riunire i progressisti e democratici italiani”.
Soddisfazione anche dagli esponenti dell’area ‘Fianco a Fianco’ vicini a Maurizio Martina: “Letta è la scelta migliore per ripartire e rilanciare il progetto politico del Partito democratico e affrontare le prossime impegnative sfide”, dice Matteo Mauri, deputato Pd e componente dell’area ‘Fianco a Fianco’. Dello stesso tenore il sostegno assicurato dal capogruppo alla Camera, Graziano Delrio: “Buone notizie dalle parole con cui Enrico Letta ha annunciato la sua candidatura. Ora al lavoro tutti insieme per la rigenerazione del Pd. Per un grande partito popolare“.
Le reazioni più attese, tuttavia, sono quelle degli esponenti di Base Riformista, area che guarda a Lorenzo Guerini e Luca Lotti e che nelle settimane scorse aveva chiesto con insistenza la convocazione del congresso. Il senatore Andrea Marcucci parla da presidente del gruppo dem al senato assicurando che i senatori Pd offriranno “la massima collaborazione parlamentare ad Enrico Letta. Europeismo, sicurezza sanitaria ed agenda Draghi per rilanciare il Pd”. I leader di Base Riformista si soffermano sul lavoro che attendono il segretario e non fanno cenno, almeno per il momento, al tema del congresso: “Bene la disponibilità di Enrico Letta. Ora al lavoro per un Pd più forte”, scrive il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. “Buon lavoro a Enrico Letta per le sfide che attendono tutto il Partito democratico”, sono le parole utilizzate da Luca Lotti.
Source: agi