AGI – Nel 2020 i Comuni hanno recuperato 6,5 milioni di euro di evasione fiscale e contributiva, una cifra in diminuzione del 16,5% rispetto all’anno precedente. Lo rileva uno studio Uil, secondo cui dal 2010, anno in cui fu introdotta la norma della compartecipazione dei Comuni al contrasto all’evasione fiscale, i Comuni hanno recuperato 123,3 milioni di euro frutto di segnalazioni “qualificate” all’Agenzia delle Entrate.
Se si analizza l’andamento delle somme recuperate – spiega Ivana Veronese, segretaria confederale Uil – si è passati dai 1,1 milioni di euro del primo anno (2010), ai quasi 3 milioni di euro del 2011, transitando per gli 11 milioni di euro del 2012 e ai 17,7 milioni di euro del 2013. L’apice si è toccato nel 2014 con un incasso di 21,2 milioni di euro, per poi rallentare e diminuire costantemente a partire dal 2015.
Il rapporto del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil, che ha elaborato i dati del provvedimento del Ministero dell’Interno dell’8 ottobre 2021, mette in evidenza come negli ultimi sei anni sia diminuito costantemente il totale del premio riconosciuto ai Comuni per la loro compartecipazione al contrasto all’evasione fiscale e contributiva. Lo scorso anno sono stati 279 i Comuni (solo il 3,6% del totale dei Comuni) che hanno partecipato con la loro attività al contrasto all’evasione a fronte dei 387 dell’anno precedente (esclusi dall’analisi i Comuni ubicati in Trentino-Alto Adige che hanno una loro specifica legislazione).
Tra tutti i Comuni che hanno attivato lo scorso anno l’attività di contrasto all’evasione fiscale vi sono 54 città capoluogo di provincia. A livello di singoli Comuni, San Giovanni in Persiceto (BO), lo scorso anno, ha recuperato 912 mila euro; segue la città di Genova che ha incassato 473 mila euro; Torino 404 mila euro; Milano 350 mila euro; Bologna 310 mila euro; Prato 236 mila euro; Brescia 225 mila euro; Bergamo 188 mila euro; Modena 185 mila euro; Rimini 167 mila euro.
Se si analizza il dato riferito alle città metropolitane, oltre alle già citate Genova, Torino, Milano e Bologna, Firenze e Roma hanno incassato 82 mila euro; Venezia 56 mila euro; Napoli 21 mila euro; Reggio Calabria 18 mila euro; Messina 3.679 euro; Palermo 2.116 euro; Catania 1.479 euro; Bari e Cagliari non hanno recuperato nulla.
A livello regionale, l’incidenza percentuale dei Comuni che hanno attivato accertamenti sul totale degli stessi in Emilia-Romagna è del 20,4%; in Toscana dell’8%; in Lombardia del 5,1%. In valori assoluti, in Emilia-Romagna il premio riconosciuto ai Comuni ammonta a 2,6 milioni di euro; in Lombardia a 1,6 milioni di euro; in Liguria a 542 mila euro; in Piemonte a 535 mila euro; in Toscana a 436 mila euro.
A livello provinciale, se si calcola l’incidenza percentuale dei Comuni che hanno attivato accertamenti sul totale degli stessi, in provincia di Ravenna e Trieste il 33,3% del totale dei Comuni ha ricevuto il premio per la sua azione di contrasto; in provincia di Reggio Emilia il 28,6%; in provincia di Modena il 27,7%; ed in provincia di Ferrara il 26,1%. In 28 province nessun Comune ha attivato le procedure di accertamento, mentre nelle province di Alessandria e Pavia solo lo 0,5% del totale dei Comuni ha attivato tali procedimenti; nella provincia di Salerno lo 0,6%; nella provincia di Varese lo 0,7%.
In valori assoluti, i Comuni ubicati in provincia di Bologna hanno incassato complessivamente 1,3 milioni di euro; in provincia di Modena 683 mila euro; in provincia di Milano 598 mila euro; in provincia di Torino 500 mila euro; in provincia di Bergamo 483 mila euro.
Mentre in provincia di Salerno i Comuni hanno incassato 50 euro; in Provincia di Lecco, Catanzaro, Grosseto e del Sulcis Iglesiente i Comuni hanno incassato 100 euro. “I dati che emergono dall’analisi – commenta Ivana Veronese – sono alquanto deludenti, se si paragonano agli alti tassi di evasione fiscale e di irregolarità lavorativa nel nostro Paese, che secondo gli ultimi dati ammontano ad oltre 108 miliardi di euro. I Comuni devono e possono fare molto in chiave antievasione non solo perchè cosi’ si potrebbero recuperare risorse per ampliare i servizi ai cittadini o per abbassare le tasse a livello locale, ma anche perchè sono i primi presidi sul territorio”. “Per questo riteniamo utile – aggiunge Ivana Veronese – rendere uniforme l’attività del processo di partecipazione dei Comuni su tutto il territorio nazionale.
Occorre una forte azione di digitalizzazione della pubblica amministrazione locale, utilizzando al meglio le risorse del PNRR, in grado di informatizzare e omogeneizzare l’intero patrimonio informativo a disposizione dei Comuni, unitamente ad un piano di formazione ed aggiornamento del personale degli Enti Locali. Perchè – continua Ivana Veronese – una lotta serrata all’evasione fiscale e contributiva permetterebbe di ristabilire equità e giustizia sociale, nonchè di valorizzare il tessuto produttivo in grado di creare lavoro “sano” e “duraturo”.
Source: agi