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Dopo l’inchiesta cinese sui liquori, Assodistil fa appello al governo “a rischio l’export del brandy”

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L’associazione che è impegnata nella promozione del liquore italiano, vede nell’iniziativa del governo cinese un rischio

AGI – AssoDistil ha chiesto al ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida che le istituzioni si adoperino per impedire che abbia seguito l’indagine antidumping avviata dal ministero del Commercio cinese su alcune tipologie di prodotti alcolici di provenienza Ue, in particolare i distillati di vino.
“Assodistil – spiega Sandro Cobror, direttore di AssoDistil – sta investendo da alcuni mesi nel mercato cinese con un progetto di promozione del Brandy italiano, eccellenza dei distillati Made in Italy, e proprio in questi giorni cominciamo a registrare i primi segnali di interesse da parte dei consumatori cinesi”.
“Sebbene, dalle prime informazioni sembrerebbe che lo scopo dell’indagine sia eminentemente ritorsivo contro analoghe indagini Ue indirizzate verso l’import di motori elettrici dalla Cina, non vi è dubbio – sottolinea Cobror – che l’iniziativa cinese metta a rischio lo sviluppo del mercato del brandy in quel Paese nonchè la propensione all’investimento da parte di quei produttori non ancora presenti in Cina che vedono nel grande Paese asiatico un interessantissimo mercato potenziale di sviluppo sia del brandy che dei distillati in generale. Un’indagine antidumping rischierebbe inevitabilmente di bloccare sul nascere una iniziativa come quella della promozione del brandy italiano in Cina oltre che recare un danno economico enorme al settore degli spirits e tutto questo senza alcuna ragione reale: infatti, oggi sul mercato cinese il brandy Ue viene venduto a prezzi decisamente superiori a quello dei distillati locali e comunque, laddove pure si ravvisasse l’opportunità di bloccare le importazioni di distillati dall’Ue, ciò risulterebbe economicamente ininfluente per controbilanciare il rischio di un blocco delle importazioni in UE di componentistica e motori elettrici dalla Cina che vale dieci volte di più”.

di Silvia Inghirami – fonte: AGI