Nessuno stato d'emergenza ma un giro di vite sulla sicurezza per arginare i dimostranti, dopo le violenze che ieri, a margine del corteo dei Gilet gialli, hanno scosso profondamente Parigi. Questa sembra essere la prima risposta del governo francese alle scene di guerriglia nella capitale e all'inasprimento dello scontro con il movimento, nato il mese scorso contro l'aumento della tassa sui carburanti e divenuto in poco tempo una protesta a tutto tondo contro il presidente Emmanuel Macron.
Dopo essere rientrato dal G20 a Buenos Aires e aver presieduto una riunione con il premier Edouard Philippe, il ministro dell'Interno, Cristophe Castaner, e i responsabili dei servizi di sicurezza, Macron ha deciso di non parlare pubblicamente, né oggi né domani, e di prendere tempo. Nel frattempo, l'ipotesi di attuare uno stato d'emergenza nel Paese – evocata da Castaner, che ieri aveva assicurato di non avere "alcun tabù" al riguardo – non è stata presa al momento in considerazione, ma si è riflettuto su un "adattamento del dispositivo di mantenimento dell'ordine", hanno fatto sapere dall'Eliseo.
Macron ha chiesto che gli atti vandalici non restino impuniti e il ministro della Giustizia, Nicole Belloubet, ha annunciato che "circa due terzi" delle 372 persone fermate dopo le violenze commesse sabato a Parigi verranno portate davanti alla giustizia. "Ci sarà una risposta penale assolutamente ferma", ha assicurato, mentre il procuratore di Parigi, Remy Heitz, ha riferito che la maggior parte dei fermati comparirà in tribunale tra "domani e martedì". Quanto all'eventuale ripristino dello stato d'emergenza, però, la Belloubet ha preso le distanze. "Non sono convinta che siamo arrivati a questo stadio e penso che ci siano altri modi per risolvere" la situazione.
Intanto su Facebook è partito il tam-tam dei manifestanti che si preparano a tornare in piazza a Parigi il prossimo sabato: l'invito a riunirsi a Place de la Bastille per marciare verso l'Arc de Triomphe ha ottenuto l'adesione di 7 mila persone mentre altre 47 mila si sono dette interessate. Duro il sindacato di polizia che ha esortato il ministro dell'Interno a vietare tutte le manifestazioni nella capitale l'8 dicembre, mentre il sindaco, Anne Hidalgo, ha espresso forte preoccupazione. "Non è possibile avere per settimane e settimane queste scene di rivolte e degrado…".
Un'apertura è arrivata da un collettivo di Gilet gialli 'moderati' che, in un'editoriale pubblicato su Le Journal du Dimanche, ha offerto al governo quella che definisce come "una via d'uscita dalla crisi" e ha chiesto un incontro a Philippe. Esortazione arrivata al premier anche da Macron, in linea con la pressione costante verso il dialogo.
Vedi: Dopo gli scontri di Parigi, Macron ha deciso di prendere tempo
Fonte: estero agi