Giorgia “Meloni ha già detto chiaramente tutto nell’immediatezza della notizia. D’altra parte, quando qualcuno ricorrere alla violenza è già sconfitto, perché così ammette di non essere in grado di far valere le proprie idee con la forza della ragione”. Lo dice il deputato e responsabile organizzativo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli intervistato da La Stampa dopo l’aggressione subita dal loro giornalista Andrea Joly da parte di alcuni estremisti legati a CasaPound. “Ogni giustificazione di fronte a un fatto del genere è ridicola. Non si può mai giustificare la violenza, non ha colore, va condannata”, aggiunge.
“Troppe volte però vediamo a sinistra un’indignazione intermittenza – rileva Donzelli – pronti a puntare il dito contro l’avversario e a chiudere un occhio con l’amico. Noi invece siamo molto chiari nel condannarla, sempre e comunque”.
C’è chi chiede di sciogliere le organizzazioni neofasciste… “Non facciamo confusione. Ci sono leggi molto chiare in Italia. Se ci fossero organizzazioni pericolose o neofasciste il potere giudiziario potrebbe chiuderle – sottolinea – non voglio vivere in una nazione in cui la politica sceglie quali organizzazioni si possono chiudere o aprire. Non sarebbe democratico. L’Italia è uno Stato di diritto e c’è la separazione dei poteri. Se ci fosse un giudice che ravvisasse dei pericoli, sarebbe lui la persona titolata a muoversi in questo senso”.
Sui casi di violenza, “mi auguro non ci sia alcuna impunità. A questo proposito, ho visto i collettivi di sinistra anche cacciare dalle università persone che la pensano diversamente da me come David Parenzo perché è ebreo. E i collettivi e i centri sociali non perdono occasione per portare avanti aggressioni in tutta Italia ai danni dei ragazzi di destra. Spero non resti impunita nessuna violenza. Davanti a questi episodi bisogna certamente alzare l’allarme. Chi si indigna a seconda del colore politico crea un clima sbagliato nel Paese. Non ci sono estremisti giusti e sbagliati. Noi condanniamo la violenza. Invece ho sentito il silenzio quando venivano bruciati i manichini di Giorgia Meloni in piazza. Non una parola da Giuseppe Conte o da Elly Schlein quando la Camera invitava a parlare con tutti gli onori una persona che insultava pesantemente la senatrice Liliana Segre”. (AGI)