Agi – Discoteche aperte in Sardegna, non solo a Ferragosto, ma fino alla fine del mese. Si potrà ballare nei locali notturni all’aperto dell’isola, ma in pista si dovrà rispettare rigorosamente la distanza di due metri. È quanto deciso il presidente della Regione Christian Solinas con una ordinanza emanata poco prima della mezzanotte di ieri.
Un provvedimento deciso dopo una giornata convulsa caratterizzata dalle pressioni degli esercenti e dalle richieste di molti consiglieri regionali che sono arrivati a interrompere il dibattito in aula sulla riforma sanitaria per occuparsi dell’apertura dei ‘locali da ballo’ approvando poi una mozione per impegnare Solinas in tal senso. Una decisione sicuramente sofferta perché assunta nel giorno in cui nell’isola si è registrata una impennata di contagi, ben venti, di cui gran parte registrati dopo una serata in discoteca a Carloforte.
Sul ‘caso discoteche’, sorto dopo la precedente ordinanza del presidente della Regione emanata domenica, che proroga le registrazioni degli arrivi nell’isola fino al 7 settembre ma non faceva alcun cenno ai ‘locali da ballo’, il governatore sardo, sollecitato da maggioranza e opposizioni, ieri aveva preso la parola in aula “per fare opportuna chiarezza”. Solinas aveva spiegato che “né da parte della Giunta né in ambienti vicini alla Giunta è stato mai detto che ci sia un’ordinanza che chiude le discoteche” sottolineando come “l’unica certezza” fosse che erano state chiuse dal Dpcm “lasciando la possibilità alle Regioni di disporre l’apertura”.
Il presidente, non aveva escluso una riapertura sollecitando un ordine del giorno unitario dell’assemblea che poi è arrivato, trasformato in mozione, e sottolineando che “erano in corso interlocuzioni con il comitato scientifico”. In pratica si cercava “una sintesi su tutte queste esigenze, tecnico scientifiche, sanitarie e di controllo per tentare di non sacrificare gli investimenti nel settore e la ripresa” senza per questo “mettere in secondo piano tutela della salute”. Da qui l’ordinanza notturna che consente “le attività che abbiano luogo in discoteche o altri locali assimilabili all’intrattenimento (in particolare serale e notturno)”, ma “esclusivamente all’aperto”, purché “sia assicurato, con ogni idoneo mezzo, compreso quello dell’informazione e vigilanza, il divieto di assembramento e dell’obbligo di distanziamento interpersonale, rispettando, a seconda della capienza massima del locale, il limite di almeno un metro tra gli utenti e due metri tra utenti che accedono alla pista da ballo”.
Una disposizione quest’ultima che farà faticare non poco i gestori dei locali cui è demandata la vigilanza sul rispetto delle norme. Anche gli ingressi nei locali saranno controllati con “percorsi differenziati per l’ingresso e le uscite”, misurazioni della temperatura corporea” e “soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani”. Gli accessi non dovranno superare il 70% della capienza autorizzata nella licenza. Disposizioni non facili da far rispettare nelle calde notti agostane: basta una passeggiata nei luoghi della movida cagliaritana per constatare come, anche senza le sollecitazioni dei dj, le distanze interpersonali tra i giovani non siano per niente di sicurezza. Gli esercenti hanno premuto affermando che le serate in vista del Ferragosto “erano già programmate” e che comunque, anche con i locali chiusi, non si sarebbero evitati gli assembramenti dei giovani. Le richieste sono state accolte.
Vedi: Discoteche aperte in Sardegna, ma si balla a due metri di distanza
Fonte: cronaca agi