a cura del Dottor Giuseppe Balacco resp. Naz politiche fiscali di Confedercontribuenti
Il lavoro domestico e quindi l’attività del settore non è soggetta a stop deciso dal Governo con il DPCM el 22 marzo.
Alla famiglia che in questo periodo decida di sospendere la collaborazione regolata da contratto si aprono tre possibilità:
1) l’utilizzo di un periodo di permesso retribuito;
2) l’utilizzo di un permesso non retribuito, a tal proposito è consigliabile predisporre un accordo scritto;
3) fruizione delle ferie, qualora ve ne siano di residue.
Ulteriore soluzione è l’anticipazione delle quote di trattamento di fine rapporto (TFR).
Attraverso queste opzioni resta aperta la possibilità di accesso del collaboratore domestico al Fondo per il reddito di ultima
istanza, istituito dall’art. 44 del Decreto Legge 18/2020 e che dovrebbe fornire misure di sostegno al reddito ai lavoratori
che hanno ridotto, sospeso o cessato l’attività a seguito dell’emergenza coronavirus.
Sul fronte degli ammortizzatori sociali, ed in fase di conversione in legge del Decreto si punta a far accedere gli addetti del settore alla
Cassa Integrazione in Deroga considerato che il settore conta circa 860.000 lavoratori.