Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)
La ripartenza della nostra economia e delle attività più colpite dalla crisi passa, inevitabilmente, anche dalla ripresa dei consumi, che va certamente supportata ed incentivata con misure ad hoc. A tal proposito servirebbe un piano serio, strutturato e lungimirante, per tendere la mano a consumatori e commercianti, per innescare un meccanismo virtuoso.
Un obiettivo, quello dell’incentivazione dei consumi, che il governo vorrebbe raggiungere tramite il Bonus Pos, una delle misure del Decreto Agosto, il provvedimento al vaglio dell’esecutivo che – secondo quanto riferito dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – dovrebbe essere approvato ed emanato entro questa settimana, prima che il Parlamento vada in ferie. Tale misura dovrebbe incentivare i consumi per una cifra tra i 2 e i 3 miliardi di euro, agevolando i pagamenti elettronici fino ai 5.000 euro. Il bonus dovrebbe riguardare le spese effettuate in bar e ristoranti, ma anche nei negozi d’abbigliamento e di elettrodomestici. Restano da definire alcuni aspetti, come la fascia di popolazione che potrà usufruire del bonus e le modalità attraverso le quali sarà applicato (si pensa ad una nuova card o a rimborsi per i contribuenti).
Staremo a vedere come saranno sciolti questi nodi e come sarà modellato il Bonus Pos, ma al di là di questi aspetti vale la pena sottolineare chAlle, tramite tale misura, il governo tira dritto nella sua donchisciottesca battaglia al contante. All’inizio di luglio, lo ricorderete, era stato posto un ulteriore tetto all’uso del denaro liquido, oggi si decide di incentivare i consumi a patto che i pagamenti avvengano via Pos. Tanti i dubbi sull’effettiva utilità del nascente bonus, sulla sua efficacia. Un incentivo limitante e castrante, che rischia di non raggiungere, neanche lontanamente, i risultati auspicati. Le perplessità su questo provvedimento arrivano soprattutto degli esercenti, che avevano già espresso la loro contrarietà al limite di cui sopra. In una fase tanto difficile, d’altra parte, l’ennesimo impulso ai pagamenti elettronici appare davvero stucchevole. Nei mesi scorsi era stato chiesto un atto d’amore alle banche e, in attesa di una loro risposta positiva, sono le nostre istituzioni a fare un atto d’amore nei confronti delle grandi realtà finanziarie… E in questa anomala “corrispondenza d’amorosi sensi” a sorridere sono sempre i soliti noti, mentre cittadini, contribuenti ed imprese restano con il cerino in mano.