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Dazi: birrifici Usa colpiti da tariffe Trump

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Per il birrificio artigianale statunitense Bill Butcher, i dazi del presidente Donald Trump hanno scatenato un impatto inaspettato, una carenza di bottiglie per confezionare la sua birra, mentre l’incertezza incombe sui costi dell’azienda.
Dall’orzo maltato canadese alle lattine di birra in alluminio, i dazi di Trump hanno colpito molti prodotti di cui i birrifici artigianali americani hanno bisogno. Le turbolenze nelle forniture potrebbero alla fine tradursi in prezzi della birra più alti per i consumatori – è l’avvertimento dei consumatori – anche se importatori e birrifici cercano di assorbire i costi aggiuntivi innescati dalle imposte doganali e dai conseguenti shock di fornitura. Condizioni simili si stanno verificando in vari settori in tutto il paese, tra cui l’edilizia e la produzione di elettrodomestici.
Nell’ultima salva di Trump sono entrate in vigore imposte del 25 per cento sulle importazioni di acciaio e alluminio dagli Stati Uniti. “Con l’entrata in vigore delle tariffe sull’alluminio, i principali fornitori di birra del paese stanno convertendo gran parte della loro produzione alle bottiglie”, ha affermato Butcher, fondatore della Port City Brewing Company nello stato della Virginia. Di conseguenza, il suo fornitore non può più fornirgli bottiglie fino a marzo. Le imposte sull’alluminio aumentano anche il costo di produzione delle lattine, minacciando prezzi più alti in futuro. “C’è molta incertezza. C’è molto caos che è stato iniettato nella nostra catena di fornitura”, ha detto Butcher.
Per Butcher, l’incertezza persiste anche sui costi del malto pilsner canadese che costituisce la base delle sue birre e sui tappi delle bottiglie che importa dal Messico. Mentre entrambi i prodotti sono stati colpiti dai dazi generali di Trump sui prodotti canadesi e messicani questo mese, il parziale ritiro da parte del presidente nel giro di pochi giorni gli ha concesso un sollievo temporaneo. Ma non è ancora chiaro se i dazi torneranno dal 2 aprile, quando Trump ha promesso una nuova ondata di “tariffe reciproche” per contrastare il commercio ritenuto ingiusto. (AGI)