AGI – La travagliata riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm incassa il primo via libera alla Camera. Nessuna sorpresa sull’esito del voto: la maggioranza vota compatta a favore (328 i sì e 41 i no di FdI e Alternativa), con l’unica eccezione – preannunciata – del voto di astensione da parte di Italia viva. Ma tra i banchi delle forze che sostengono il governo spiccano numerosi posti vuoti: 31 gli assenti della Lega non in missione, 28 tra le file del Movimento 5 stelle, 20 in Forza Italia, 17 i dem.
E diverse sono le ‘prese di distanza’, come quelle di Forza Italia, pentastellati e leghisti, che in dichiarazione di voto si affrettano a sottolineare che la riforma non è certo la loro riforma, ma “per senso di responsabilità” (copyright Lega) o perchè si è ottenuto il sì a un poprio cavallo di battaglia (la separazione delle funzioni per gli azzurri e lo stop alle porte girevoli per i 5 stelle), hanno comunque appoggiato il testo. Che ora passa al Senato, dove regna l’incognita sui numeri visto che già si preannuncia battaglia per modificare alcuni punti della riforma: lo dice a più riprese Italia viva, lo ricorda la Lega.
Del resto, i due partiti lo hanno spiegato chiaramente alla stessa ministra della Giustizia durante le varie riunioni che si sono succedute per arrivare all’intesa che ha poi sbloccato l’impasse. E la stessa Marta Cartabia, nel ringraziare in Aula le forze sia di maggioranza che di opposizione, osserva: “Siamo a un passaggio importante, ho ascoltato con molta attenzione tutte le osservazioni fatte, credo che in questo passaggio abbiamo proposto la riforma migliore possibile, ben consapevoli che come ogni riforma tutto è perfettibile”.
“Ci è stato impedito di raggiungere l’obiettivo”, spiega in Aula il leghista Roberto Turri, citando ad esempio il sistema elettorale del Csm (la proposta della Lega era sul sorteggio dei collegi, ma poi “è stata annacquata”) o anche una separazione più netta delle funzioni (Lega e Iv votano a favore di un odg sul tema, nonostante il parere contrario del governo, poi respinto).
“Ma non ci diamo per vinti e al Senato riproporremo tutte le modifiche necessarie”, avverte sin da subito il leghista. Ancor più netta Giulia Bongiorno: “Il testo della riforma del Csm presenta solo alcune novità apprezzabili ma non centra l’obiettivo di frenare le degenerazioni del correntismo nè affronta i veri temi cruciali. La Lega al Senato proporrà correzioni idonee a rendere il testo più incisivo”. Mentre il renziano Cosimo Ferri parla esplicitamente di “riforma inutile”.
Prese di posizione che tornano ad irritare il Pd, che mette in chiaro: “Dopo l’accordo in maggioranza e l’approvazione alla Camera ci aspettiamo un rapido avvio dell’iter al Senato per arrivare al via libera definitivo, sulla base delle intese già raggiunte dalle forze politiche di maggioranza, nei tempi che l’urgenza della riforma richiede”, scandisce la dem Anna Rossomando, responsabile Giustizia e diritti. Per il segretario Enrico Letta è stato compiuto “un bel passo”.
Non esulta il Movimento 5 stelle, che ha dovuto digerire una riforma che, “va detto chiaramente, non ci rappresenta pienamente. Quella che meglio esprimeva la nostra visione era quella contenuta nel testo originario proposto dall’ex ministro Alfonso Bonafede”, premette Valentina D’Orso, eppure “con senso di responsabilità e spirito costruttivo, abbiamo affrontato un faticosissimo percorso di mediazione”, facendo “da argine a derive”, rivendica. Plaude al primo sì alla riforma il vicepresidente del Csm David Ermini, che parla di “primo passo, un passo importante”.
Source: agi