AGI- Carica virale, quarantena, incubazione, anticorpi, ecc. Durante questa pandemia siamo stati inondati di termini nuovi, non a tutti comprensibili. Di seguito proponiamo un semplice glossario delle parole più comunemente utilizzate in questa emergenza.
È sia l’entità del contagio virale contratto che l’indice del rischio di sviluppare l’infezione. E in caso di infezione può determinare la gravità. Inoltre, la carica virale rappresenta la quantità di virus in circolo in grado di indurre la positività ai test diagnostici specifici che individuano l’avvenuto contagio da un virus.
È una misura sanitaria che prevede l’allontanamento di persone che sono state esposte a un agente patogeno, ma non sono malate. Gli individui vengono quindi separati dagli altri che non sono stati esposti al patogeno e vengono monitorati. Nel caso del coronavirus l’incubazione è di circa 14 giorni e può essere effettuata in casa o in una struttura designata appositamente.
È una condizione in base alla quale il nostro organismo è in grado di neutralizzare tutto ciò che gli è estraneo. Nel caso del coronavirus avere l’immunità significa che le nostre difese hanno imparato a eliminare il virus. Tampone: è un esame che serve per ricercare il virus e quindi per diagnosticare l’infezione in atto. In questa pandemia è considerato lo standard per individuare gli infetti. Gli esami vengono eseguiti dai laboratori del servizio sanitario nazionale selezionati. Il tampone si effettua tramite una specie di cotton fioc nella gola e nel naso della persona che consente il prelievo delle secrezioni respiratorie. Il campione viene analizzato per riconoscere l’Rna del virus e i risultati sono pronti, in genere, dalle 24 alle 48 ore dopo.
Sono esami che si effettuano con tampone ma danno risposta nel giro mezz’ora o meno. Sono i cosiddetti antigenici perché cercano le proteine del virus, cioè gli antigeni, sempre nelle secrezioni respiratorie. Non sono considerati affidabili al 100 per cento, ma sono utili per effettuare screening di massa piuttosto veloci o comunque per individuare le persone che presentano un’alta carica virale.
Sono esami che possono dirci se una persona è positiva al nuovo coronavirus o se lo è stata in passato. Questi test consistono nel rilevare la presenza nel sangue di anticorpi (immunoglubuline IGG e IGE) eventualmente sviluppati da chi è entrato a contatto con il virus.
È un soggetto che, nonostante sia affetto da una malattia, non presenta alcun sintomo apparente.
E’ quel periodo di tempo che intercorre tra l’esposizione ad un agente infettivo, in questo caso il nuovo coronavirus, e il manifestarsi dei sintomi della malattia. Per SARS-CoV-2 il periodo di incubazione medio è di 14 giorni.
E’ una misura sanitaria che riguarda le persone colpite da una malattia contagiosa. Vengono quindi allontanate dalle persone sane e curate, seguendo rigide precauzioni, in ospedale, in una struttura sanitaria o nella propria abitazione. La durata corrisponde al periodo di infettività della malattia che, per il Covid-19, non è ancora molto chiaro.
È il nome del nuovo ceppo di coronavirus responsabile dell’attuale pandemia. Si tratta di un virus che ha prima circolato negli animali e che ha poi infettato l’uomo.
È il nome dato alla malattia associata al virus SARS-CoV-2 Anticorpi: sono proteine che si sviluppano nel corso di una risposta immunitaria contro un agente infettivo, in questo caso SARS-CoV-2, e che svolgono un’azione antagonista verso gli antigeni del virus. Oltre alla loro funzione di difesa dell’organismo, gli anticorpi vengono attualmente utilizzati in laboratorio per la ricerca di test diagnostici e nuove terapie.
Vedi: Da quarantena a test, le parole più utilizzate in tempi di Covid
Fonte: cronaca agi