Il 18 gennaio 1987, 37 anni fa, moriva uno dei maestri dell’arte italiana del 900, Renato Guttuso. Oggi l’amministrazione comunale di Bagheria, sua città natale, rappresentata dal vice sindaco e assessore alla Cultura Daniele Vella ha ricordato l’artista deponendo una corona di fiori sulla sua tomba, l’arca funeraria realizzata a villa Cattolica, sede del museo Guttuso, dal maestro Giacomo Manzù. “Bagheria me la porto addosso”, aveva detto a un giornalista di “Il Giorno” nell’ottobre 1959. Guttuso morì a Roma, a palazzo del Grillo, all’età di 76 anni, dopo la morte della moglie. La malattia di quest’ultima, infatti, lo aveva colpito al punto di fargli cessare ogni altra frequentazione. Non avendo figli biologici riconosciuti adottò, poco prima della morte, Fabio Carapezza Guttuso, venuto a mancare nel 2022, figlio dello scienziato e grande amico Marcello Carapezza. Il figlio adottivo fu molto vicino al maestro negli ultimi mesi di vita ed unico conforto dopo la perdita di molti cari. Vennero celebrati due funerali per Renato Guttuso: uno laico e di partito, e uno religioso. La cerimonia religiosa fu celebrata dall’allora arcivescovo Fiorenzo Angelini, suo amico personale. Alla morte Guttuso donò alla città natale, Bagheria, molte opere che sono state raccolte nel locale e omonimo museo a Villa Cattolica dove è appunto sepolto dopo essere stato traslato dalla tomba di famiglia del cimitero comunale. (AGI)
MRG