Roma, 30 giugno 2018 – In questi giorni, soprattutto dopo quasi 90 giorni dalla elezioni politiche, senza un governo e soprattutto in previsione di un governo anti-europeista è stato usato molto spesso questo termine inglese.
Lo SPREAD è ’ uno degli indicatori più usati per valutare la crisi italiana.
Lo spread è considerato infatti un indicatore della capacità di un Paese di restituire i prestiti.
Lo Stato Italiano, per esempio, ha moltissimi debiti, costituiti sostanzialmente da tutti i titoli di Stato (Bot, btp ecc) emessi in cambio di soldi presi in prestito da cittadini, banche e altri paesi.
Uno degli indicatori più usati per valutare la crisi italiana è lo “spread con i bund tedeschi”.
Lo spread è la differenza o “allargamento” (spread in inglese) di rendimento tra i titoli di Stato (come i btp) italiani e quelli tedeschi (“bund”), pertanto meno l’Italia è credibile, più alti sono gli interessi che deve pagare per avere prestiti e più aumenta lo spread con i titoli tedeschi.
La crisi politica e l’incertezza dei mercati potrebbero costare cari alle famiglie che hanno acceso un mutuo a tasso variabile e alle aziende indebitate o in difficoltà in attesa di un prestito.
Pagare interessi alti può avere come conseguenza l’impossibilità di ridurre i debiti, il che farebbe di nuovo crollare l’affidabilità del Paese, e ricadere nel vortice sempre più vizioso non facendo placare la crisi economica da cui in maniera seppur lenta si stava cercando di uscire.