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Cos’è Eid al-Fitr, la festa che segna la fine del Ramadan

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In questi giorni centinaia di milioni di musulmani celebrano la conclusione del sacro mese di digiuno. Una festività sulla quale quest’anno pesa l’ombra della guerra nella striscia di Gaza

AGI – Ai quattro angoli del pianeta, i fedeli di religione musulmana stanno celebrando la festività di Eid al-Fitr, che durerà tre giorni a partire da oggi, per commemorare la fine del sacro mese di digiuno del Ramadan. La tempistica di Eid al-Fitr – che significa letteralmente “festa della rottura del digiuno” – è determinata dall’avvistamento della luna crescente, in accordo con il calendario lunare musulmano. Il Ramadan è sacro perché i musulmani lo ritengono il mese in cui i primi versetti del Corano furono rivelati al Profeta Maometto, più di 1.400 anni fa. Durante questo periodo i fedeli osservanti digiunano da poco prima della preghiera dell’alba, Fajr, fino alla preghiera del tramonto, Maghrib.
Il digiuno – che dura per 30 giorni – è uno dei cinque pilastri dell’Islam, assieme alla dichiarazione di fede dei musulmani, le preghiere quotidiane, la carità e l’esecuzione del pellegrinaggio Hajj alla Mecca, se si è fisicamente e finanziariamente in grado di farlo. Con la fine del Ramadan si è quindi concluso il nono mese sacro ed è cominciato il Shawwal, il decimo mese del calendario lunare islamico. Tuttavia quest’anno la guerra a Gaza getta un’ombra su Eid al-Fitr, una delle principali festività islamiche, molto sentita e vissuta con preghiere, banchetti in famiglia e con amici, oltre a un periodo di vacanza.
Celebrazioni amare per i palestinesi
Con lo stallo dei colloqui, è saltata la possibilità di una tregua in Medio Oriente per l’occasione. I media rilanciano anche oggi il bilancio delle vittime palestinesi – in tutto, secondo Gaza Health, almeno 33 mila morti, per lo più donne e bambini – la distruzione su vasta scala di abitazioni e infrastrutture, la carestia e la crescente mortalità infantile per complicazioni legate alla malnutrizione.
In Israele e Palestina i fedeli musulmani si sono comunque riuniti per la preghiera di Eid al-Fitr. Nonostante le restrizioni governative, i musulmani israeliani si sono ritrovati per le preghiere mattutine alla moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme Est, con una presenza stimata di 60 mila fedeli, in un clima di alta tensione. I palestinesi della Striscia di Gaza, provati da oltre sei mesi di conflitto tra Israele e Hamas, si sono invece radunati tra le macerie di edifici distrutti nelle strade di Rafah, a sud della Striscia.
Eid al-Fitr nel mondo
In occasione di Eid al-Fitr, il governo del Marocco ha decretato un lungo ponte per i funzionari pubblici, quindi da oggi e per tutto il fine settimana gli uffici saranno chiusi. Anche gli studenti rimarranno a casa durante questi giorni di festa. La compagnia ferroviaria ha programmato un piano speciale per questo periodo, fino al 16 aprile, annunciando più treni sulle principali rotte, fino a 240 al giorno. è stato, inoltre, predisposto un maggior numero di posti disponibili nelle fasce orarie più trafficate per i treni ad alta velocità, per garantire gli spostamenti lungo tutta la settimana di festività.
In Egitto, la festività sacra segna anche l’inizio di un periodo di vacanza. Il primo ministro Mostafa Madbouly ha annunciato che i dipendenti pubblici godranno di una pausa di sei giorni, compreso il fine settimana, da martedì 9 aprile a domenica 14. Poche ore fa, il re del Bahrein Hamad ha emesso un decreto per la grazia di 1.584 detenuti. Come riferito dal quotidiano emiratino The National, l’annuncio coincide anche con il giubileo d’argento dell’ascesa al trono del monarca, oltre che con l’inizio dell’Eid al-Fitr. In Turchia, ad Ankara i cittadini si sono radunati nelle moschee alle prime ore del giorno per celebrare l’Eid in preghiera e lo stesso hanno fatto residenti e turisti a Istanbul, affluiti nelle più grandi e storiche moschee della città.
In Indonesia, che con 220 milioni di abitanti ospita una delle popolazioni musulmane più numerose al mondo, la celebrazione si chiama Lebaran. Si stima che circa 193 milioni di indonesiani torneranno a casa per festeggiare per un’intera settimana con le loro famiglie. L’esodo di massa degli indonesiani dalla capitale Giakarta per l’annuale ritorno a casa – conosciuto come “mudik” – crea solitamente ore di ingorghi, soprattutto sull’isola principale di Giava. I fedeli si riuniscono in strada e nelle moschee, con preghiere, banchetti di famiglia, vestiti nuovi e dolci. Secondo la Camera di Commercio e dell’Industria indonesiana, il fatturato durante le festività dell’Eid raggiungerà quasi 10 miliardi di dollari, coinvolgendo settori quali vendita al dettaglio, trasporti e turismo.
In Pakistan, uno dei luoghi simbolo delle celebrazioni è la moschea Jamia Masjid nella città pakistana di Rawalpindi. In Afghanistan, per il timore di attentati, il potere talebano ha decretato un rafforzamento delle misure di sicurezza e maggiori controlli ai posti di blocco a Kandahar. Dopo le preghiere mattutine, i musulmani di tutto il mondo hanno celebrato l’Eid condividendo ricchi pasti con parenti ed amici, documentati in video e fotografie diffusi dai media e sui social, in provenienza da numerosi paesi di ogni continente, tra cui Georgia, Kirghizistan, Uzbekistan, Azerbaigian, e da diverse nazioni occidentali.