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Cosa si aspettano i mercati.

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I mercati viaggiano col vento a favore, sulla scia dei nuovi record a Wall Street. A salire non sono solo i listini asiatici, influenzati da una generale attesa positiva sui tagli dei tassi di interesse, ma anche quelli europei che ieri sono rimbalzati, con l’esclusione di Londra, dopo le forti perdite della scorsa settimana, legate all’avanzata delle destre in Europa e all’incertezza per le elezioni anticipate in Francia. Più in generale gli investitori sono in attesa dei nuovi dati macroeconomici e dei commenti dei funzionari della Federal Reserve per avere una maggiore chiarezza sulle prossime mosse di politica monetaria. Intanto oggi la Reserve Bank of Australia (Rba) ha lasciato fermi di interesse al 4,35%, mantenendosi però cauta sul futuro della sua politica restrittiva, a differenza di quanto hanno fatto la settimana scorsa la Bank of Canada e la Bce. Più in generale i banchieri centrali si mantengono cauti sul futuro dei tassi quest’anno, tenendo i motori accesi ma lasciandoli imballati. Ieri il presidente della Fed di Filadelfia Patrick Harker ha detto che la Federal Reserve sarà in grado di tagliare il suo tasso di interesse di riferimento solo una volta quest’anno, se le previsioni economiche si avvereranno. E il presidente della Federal Reserve di Minneapolis, Neel Kashkari, ha usato pure lui parole che hanno raffreddato gli entusiasmi sottolineando che la Banca centrale può permettersi di prendere tempo e attendere i dati in arrivo prima di iniziare a tagliare i tassi di interesse. Anche Kashkari si è pronunciato per un solo taglio negli Usa nel 2024, chiarendo che sarebbe meglio arrivasse verso la fine dell’anno. Nonostante ciò i mercati si aspettano ancora poco meno di due tagli di 25 punti base quest’anno e i trader restano convinti che l’allentamento sia ancora possibile alla riunione di settembre. Oggi intanto usciranno i dati sulle vendite al dettaglio Usa, che saranno la cartina di tornasole della forza dei consumi degli americani. La previsione è che le vendite al dettaglio a maggio aumenteranno dello 0,3% su base mensile, dopo che la cifra era stata pari a zero ad aprile. E domani i mercati a stelle e strisce resteranno chiusi per il Juneteenth, la festa dell’emancipazione. Intanto in Asia i mercati avanzano, dopo l’annuncio della Rba e seguendo Wall Street, dove oggi i future sono poco mossi, mentre ieri gli indici S&P e il Nasdaq hanno segnato nuovi record, trainati dal tech e dai beni di consumo. “C’è la speranza che tassi di interesse più bassi possano entrare in gioco in un prossimo futuro, riducendo i costi immobiliari e aiutando i consumatori”, ha commentato Bryant Evans, consulente per gli investimenti e gestore di portafoglio di Cozad Asset Management. Ieri, al termine delle contrattazioni, l’indice Dow Jones ha segnato +0,49%, lo S&P +0,77% a 5.475 punti e il Nasdaq +0,94% a quota 17.855, il nuovo sesto massimo di chiusura consecutivo. La forza tecnologica e l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale hanno anche spinto Goldman Sachs a rialzare il suo obiettivo di fine anno per l’indice S&P 500 a 5.600 da 5.200, mentre Evercore ha alzato le sue previsioni a 6.000 da 4.750. Intanto l’azienda leader dei chip per l’intelligenza artificiale Nvidia ha segnato un nuovo rally prima di terminare a +0,30%, mentre Apple ha chiuso a +1,97% con il produttore dell’iPhone sulla buona strada per toccare una capitalizzazione di mercato di 3.330 miliardi di dollari, più di qualsiasi altra azienda nella storia. Tuttavia, come nota Jameson Coombs, economista di Westpac, sui mercati asiatici a fare la differenza, sono “l’ottimismo su un’economia resiliente, il miglioramento degli utili aziendali e il potenziale inizio di tagli dei tassi, tutta fattori che stanno avendo la meglio sulla preoccupazione che il rally si stia concentrando solo su pochi titoli tecnologici a mega capitalizzazione”. A Sydney il listino avanza quasi dell’1%, dopo che la Rba ha tenuto fermi i tassi, segnalando però un contesto di inflazione persistente e un’economia che è quasi in fase di stallo. Anche a Tokyo il Nikkei è in rialzo, poco sotto l’1%, nonostante l’incertezza per la prossima riunione della Boj a luglio e nonostante il governatore della Bank of Japan, Kazuo Ueda abbia dichiarato oggi in Parlamento che la Boj potrebbe alzare i tassi di interesse il prossimo mese, a seconda dei dati economici e dei prezzi disponibili al momento. Nella riunione politica di venerdì scorso, la Boj ha deciso di iniziare a tagliare i suoi ingenti acquisti di obbligazioni e di annunciare un piano dettagliato a luglio per ridurre il suo bilancio, facendo un altro passo verso la riduzione dei suoi massicci stimoli monetari. La decisione ha accresciuto l’incertezza sulla possibilità che la Boj possa anche aumentare i tassi di interesse a breve termine nella riunione del 30-31 luglio o rimandarla fino alla fine dell’anno per evitare un ribaltamento dei mercati. Anche Seul avanza di quasi l’1% e Shanghai è positiva, mentre Hotre Hong Kong è negativa, dopo i dati misti di ieri sull’economia cinese. Sul fronte valutario lo yen resta debole e anche lo yuan ha languito vicino al minimo di sette mesi, dopo che i dati economici contrastanti di ieri che hanno indicato la necessità di un ulteriore sostegno da parte di Pechino per sostenere l’economia del paese. In Europa intanto l’euro torna sopra 107 dollari e i future sulle Borse sono cauti, sotto la parità, mentre salgono quelli dell’Ftse 100 di Londra, seguendo un andamento contrario rispetto alla chiusura di ieri, quando, al termine delle contrattazioni Parigi ha recuperato ed è finita maglia rosa a +0,91%, anche se ha perso il primato europeo per capitalizzazione a favore di Londra. La piazza londinese ieri ha invece chiuso sotto la parità, in vista della riunione di giovedì della Bank of England, che non dovrebbe tagliare i tassi prima della fine dell’estate. Bene invece Milano che è salita dello 0,74%, seguita da Francoforte a +0,30%. Inoltre ieri, dopo le tensioni sui titoli di stato della settimana scorsa, il presidente della Bce, Christine Lagarde, ha detto che la Banca centrale europea presta molta attenzione al buon funzionamento e dei mercati finanziari e alla stabilità dei prezzi. Un po’ diverse invece le dichiarazioni del capo economista della Bce, Philip Lane, che ha allontanato l’ipotesi di intervenire in soccorso della Francia, acquistando i suoi titoli obbligazionari, sostenendo “che le recenti turbolenze di mercato alimentate dall’incertezza politica non sono disordinate”.
Intanto il partito euroscettico Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen, in testa nei sondaggi, fa capire che se vincerà allargherà i cordoni della borsa e ha chiesto un taglio dell’età pensionabile, una riduzione dei prezzi dell’energia, un aumento della spesa pubblica e una politica economica protezionistica sulla falsa riga di Trump, “France first”. In Asia i prezzi del petrolio frenano leggermente, dopo aver chiuso in rally al Nymex di New York, dove sono saliti di oltre il 2%, nonostante i segnali contrastanti provenienti dalla Cina, sostenuti dalle speranze che la stagione delle vacanze estive nell’emisfero settentrionale aumenterà la domanda di carburante quest’estate. Sui mercati asiatici i future sul Brent sono ceduti sopra 84 dollari al barile, mentre quelli sul Wti passano di mano oltre quota 80 dollari al barile. (AGI)