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Cosa farà Facebook per vigilare sulle elezioni europee

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Le presidenziali Usa del 2016 sono state una sberla per Facebook. Che da allora si è impegnato a mitigare l’impatto di influenze esterne sulle elezioni. Dopo quelle di metà mandato e quelle brasiliane, il prossimo grande esame punta il Parlamento europeo. Con queste tre mosse.

Controlli sulle inserzioni

Primo passo: ci sarà uno “standard elevato di trasparenza sulla pubblicità politica su Facebook”, per “prevenire le interferenze straniere”, spiega Anika Geisel, la responsabile delle politiche pubbliche sulle elezioni per l’Europa. Gli inserzionisti dovranno essere autorizzati prima di acquistare annunci politici e gli utenti avranno a disposizione molte più informazioni sugli annunci. È in sostanza la stessa misura già introdotta negli Stati Uniti. Per pubblicare annunci gli inserzionisti dovranno confermare la loro identità e includere informazioni aggiuntive su chi sia il responsabile dei loro annunci.

“Sappiamo che c’è chi cerca di abusare della nostra piattaforma”, sottolinea Geisel. È una misura che non riguarderà solo inserzioni di candidati e partiti, ma anche “relative a tematiche di rilievo e molto dibattute legate alle elezioni del Parlamento Europeo”. Facebook creerà un archivio nel quale ogni annuncio sarà legato alla “fascia di budget speso”, al numero e alle caratteristiche delle persone raggiunte.

“Se da un lato siamo soddisfatti dei progressi ottenuti nei Paesi in cui abbiamo introdotto gli strumenti per la trasparenza degli annunci pubblicitari – continua Geisel – siamo anche consapevoli che questi non impediranno del tutto possibili abusi. Ci troviamo di fronte ad avversari intelligenti e ben finanziati che continuano ad adattare e cambiare la loro strategia man mano che facciamo progressi nel prevenire gli abusi. Ma crediamo che questo maggior livello di trasparenza sia positivo per la democrazia e per il processo elettorale. La trasparenza aiuta tutti, compresi i gruppi di osservatori politici e i giornalisti, e fa sì che gli inserzionisti siano responsabili per chi affermano di essere e per quello che dichiarano ai diversi pubblici”.

Un centro operativo in Europa

La seconda novità è l’apertura di un centro “specializzati nel garantire l’integrità delle elezioni”. Sarà a Dublino. Coordinerà le attività nelle settimane che precederanno le elezioni europee. Secondo Facebook “potenzierà ulteriormente la capacità di coordinamento e di risposta rapida, e consentirà ai nostri gruppi di lavoro globali di lavorare meglio nelle varie regioni. Lavorando insieme ai team della nostra sede centrale a Menlo Park e in tutta Europa, questa iniziativa servirà come ulteriore livello di difesa contro le notizie false e la disinformazione, i discorsi di incitamento all’odio e l’interferenza nelle elezioni”.

Il centro di Dublino, così come un gemello asiatico che nascerà a Singapore, ospiterà “esperti di Facebook, Instagram e WhatsApp, che lavoreranno in modo trasversale con i team di intelligence, data science, ingegneria, ricerca, community operation, legale e altri”. Avere un base europea dovrebbe consentire di “lavorare a stretto contatto con legislatori, commissioni elettorali, fact-checker, ricercatori, accademici e gruppi della società civile per portare avanti la lotta contro le notizie false e la disinformazione, aiutare a prevenire la diffusione di azioni di repressione degli elettori, e ampliare ulteriormente i team che lavorano su queste importanti tematiche”.

Contro le bufale

Oltre a un ampliamento del controllo su articoli, foto e video (“Perché i contenuti multimediali costituisce una quota sempre più ampia di notizie false”), Facebook ha studiato un “approccio a tre passaggi” per “combattere le notizie false”. Non si tratta di vere e proprie novità ma di meccanismi già esistenti che Facebook estende e promette di aver perfezionato. Primo: saranno eliminati i contenuti che violano le norme della piattaforma. Quelli che non infrangono “direttamente” le regole “ma comunque compromettono l’autenticità della piattaforma”, saranno penalizzati con una “diffusione ridotta”. Infine, gli utenti riceveranno più informazioni di contesto: pigiando su un’icona accanto al post, compariranno dettagli sull’articolo e su chi l’ha pubblicato.    

Vedi: Cosa farà Facebook per vigilare sulle elezioni europee
Fonte: estero agi


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