AGI – Le forze armate russe e i separatisti del Donetsk negano di essere responsabili dell’attacco alla stazione di Kramatorsk, che ha causato oltre 30 morti, affermando che lo scalo ferroviario è stato colpito da un Tochka-U, un missile tattico ora in dotazione solo all’esercito ucraino.
I missili Tochka sono stati ufficialmente dismessi dalle forze armate russe nel 2020, quando furono sostituiti dai più moderni sistemi Iskander. E fonti di Kiev hanno ribattuto che è stato proprio un Iskander, e non un Tochka-U, a causare la strage. Non sono però al momento disponibili analisi di fonti terze che abbiano valutato il tipo del missile caduto sulla stazione.
Adoperato in anni recenti anche nelle guerre civili in Yemen e in Siria, il sistema di missili balistici a corto raggio su piattaforma mobile Tochka entrò in servizio nel 1975. Dispiegato nella Germania dell’Est, fu poi sviluppato dalla difesa sovietica in due versioni che garantivano una gittata maggiore dei 70 chilometri originari: il Tochka-U (fino a 120 chilometri di gittata) e il Tochka-P (fino a 185 chilometri di gittata), entrate in servizio rispettivamente alla fine degli anni ’80 e negli anni ’90.
Dotato di una testata a frammentazione (che può essere sostituita da una testata nucleare, biologica o chimica), il Tochka-U garantisce una notevole precisione nel raggiungimento dell’obiettivo, grazie a una probabilità di errore circolare (ovvero il raggio della circonferenza incentrata sul bersaglio entro la quale cade il 50% dei proiettili sparati contro di esso) tra i 10 e i 165 metri, superiore a quella tra i 50 e i 250 metri della versione originaria.
Dopo essere stato mandato in pensione da Mosca, che lo aveva utilizzato in diversi teatri di guerra anche dopo la caduta dell’Urss, a partire dal conflitto in Cecenia, il Tochka-U è comunque rimasto nell’arsenale di diverse repubbliche ex sovietiche. Nello specifico, a possederlo sono la Bielorussia, il Kazakistan, l’Armenia e l’Azerbaigian (l’arma è stata vista più volte in azione nei conflitti tra Erevan e Baku per il Nagorno-Karabakh) e la stessa Ucraina.
Il think tank statunitense Global Security stima che Kiev conti su circa 90 sistemi di lancio Tochka-U, dopo aver venduto all’esercito yemenita parte della dotazione ricevuta in eredità dopo il collasso dell’Unione Sovietica. Secondo i separatisti filorussi del Donbass, furono i frammenti di un Tochka-U lanciato dall’Ucraina e intercettato dalla contraerea secessionista a colpire un quartiere residenziale di Donetsk lo scorso 14 marzo, uccidendo 20 persone. In quel caso, Kiev negò ogni responsabilità ma non arrivò a sostenere in modo esplicito che anche i separatisti contino su batterie missilistiche di questa categoria.
Un Tockha-U sarebbe poi stato utilizzato dalle forze ucraine lo scorso 24 marzo per l’affondamento della nave da sbarco russa Saratov, ormeggiata al porto di Beryansk.
Source: agi