Type to search

Corte Strasburgo, bavaglio a media; Russia violato diritti umani

Share

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Russia per le leggi adottate all’inizio dell’invasione dell’Ucraina volte a “soffocare” le critiche dei media alla guerra. La Corte di Strasburgo ha evidenziato “molteplici violazioni” della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e ha rilevato “l’esistenza di un modello sistemico e generalizzato di restrizioni alla divulgazione della guerra in Ucraina”, che rivelano “uno sforzo coordinato” per “mettere a tacere le critiche” all’invasione lanciata da Mosca.
La Corte europea è stata adita da 178 persone condannate in base alle nuove disposizioni di legge imposte all’inizio della guerra, nell’ambito di procedimenti penali o amministrativi, e dalle organizzazioni di stampa indipendenti Novaya Gazeta e Dojd TV, che sono state a loro volta chiuse, ha ricordato la Corte in un comunicato stampa. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha concluso “all’unanimità” che vi è stata violazione dell’articolo 10 della Convenzione sulla libertà di espressione e ha osservato che i tribunali russi hanno considerato come reati penali “tutti i resoconti e le dichiarazioni che contraddicevano il discorso ufficiale, in cui l’invasione dell’Ucraina veniva presentata come una ‘operazione militare speciale'”, come le autorità russe descrivono la guerra in Ucraina. Mosca non ha tenuto conto “dell’interesse pubblico cruciale nel tema in questione, vale a dire un conflitto armato di vasta portata e le accuse di crimini di guerra”, sottolinea inoltre la Corte. Sono state riscontrate anche numerose altre violazioni della Convenzione, tra cui il ritiro del permesso di pubblicazione al quotidiano Novaya Gazeta “e il blocco dell’accesso ai suoi siti web” e la “confinamento” dei sospettati “in una gabbia di metallo e in una cella di vetro angusta durante le udienze relative alla loro detenzione”.
La Russia è stata espulsa dal Consiglio d’Europa nel marzo 2022, in seguito all’invasione dell’Ucraina, e non è più membro della Convenzione dal settembre 2022, ma continua a essere responsabile delle violazioni commesse fino a tale data. (AGI)