Nuovo anno e puntualmente nuova raffica di rincari con conseguente stangata per contribuenti (famiglie e imprese), stimata in 2.450 euro per il 2023.
Dopo l’aumento dei pedaggi autostradali e della benzina – sulla quale si accende anche la polemica politica – scattano gli aumenti anche nel trasporto pubblico locale, col ritocco al rialzo del prezzo dei biglietti per bus e metro.
“Siamo alla follia pura”, afferma il presidente della Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, “il costo di benzina e gasolio è salito di circa 20 centesimi al litro rispetto al 30 dicembre. Rincari ingiustificati. Da irresponsabili la scelta del governo Meloni di non prorogare il taglio delle accise. Un provvedimento sbagliato, perché innesca un effetto domino incontrollabile”.
Le associazioni di categoria stimano una stangata di +2.435 euro a famiglia per il 2023.
“Tutto ciò senza tener conto di quanto avverrà con gli aumenti di luce e gas. Gli aumenti dei carburanti, autostrade, biglietti dei servi pubblici e nel settore agroalimentare per una spesa in aumento di circa 2500 euro all’anno a famiglia, insostenibili”, continua Finocchiaro.
Altra tegola da non sottovalutare per i contribuenti sono i mutui a tasso variabile (molti dei quali sottoscritti per l’acquisto della prima casa).
I mutui a tasso variabile sono, infatti, indicizzati all’Euribor, il tasso interbancario di riferimento in Europa, che è salito da luglio a oggi.
Secondo le ultime stime fornite da Facile.it, ipotizzando che l’indice Euribor cresca ulteriormente e in modo analogo all’aumento dello 0,5% dei tassi, la rata del prossimo anno potrebbe aumentare di altri 264 euro rispetto a giugno, fino a 1.008 euro.
“La verità è che il governo Meloni”, conclude Finocchiaro, “ha messo sotto il tappeto la polvere, omettendo di avvisare i contribuenti che il 2023 sarà un anno di recessione, altro che guerra in Ucraina! Non si sono dimenticati di tagliare al ribasso l’indicizzazione delle pensioni che da tre scaglioni sono diventati sei contrariamento a quando voluto dal decreto interministeriale firmato il 10.11.2022 dal ministro Giorgetti e modificato con la legge di bilancio solo dopo circa 40 giorni. Sottolineo dopo 40 giorni!”
Come sottolinea ‘Il sole 24 ore’, i prezzi del gas hanno spinto verso l’alto l’inflazione costringendo le principali banche centrali del mondo a rialzi record dei tassi di interesse. Molte industrie europee hanno dovuto razionare la propria produzione di fronte a prezzi del gas.
A incidere sull’economia globale lo stato di salute della Cina alle prese con molteplici problemi: dalla crisi del settore immobiliare ai continui lockdown, frutto della rigidità della strategia cinese contro il Coronavirus (rappresentata nel grafico).
Nel 2022 eravamo sull’ottovolante in tema di recessione e inflazione, oggi siamo solo in discesa e senza freni; la situazione è resa ancora più drammatica dal maggiore impatto dello shock energetico e dalla vicinanza al teatro di guerra.
Tempi tetri all’orizzonte per l’economia italiana e a pagarne le conseguenze, come sempre, i contribuenti.