La crisi della banca più antica del mondo è nuovamente sotto i riflettori, i commenti del presidente nazionale di Confedercontribuenti
Roma, 27 dicembre 2016 – La banca MPS rappresenta il terzo gruppo bancario italiano, nacque nel 1472 come Monte di Pietà per dare aiuto alle classi disagiate della popolazione. Nonostante le varie dichiarazioni di solvenza del passato ed attuali, oggi necessita di un intervento straordinario.
Già a luglio scorso il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, dichiarò che sarebbe stato necessario nazionalizzare il MPS.
“Confermo a gran voce che l’intervento pubblico nei confronti dell’istituto bancario più antico del mondo sia il male minore per tutti ma a condizione che la banca sia affidata ad un management capace di risanare senza l’interferenza internazionale tipo J. P. Morgan e dell’U.E. che si dimostrerebbe al quanto inaffidabile. Solo così si darà fiato all’economia sofferente per la mancanza di moneta creditizia” – interviene Finoccchiaro.
Molte organizzazioni di utenti non vedrebbero positivamente tale operazione creando facili allarmismi nell’opinione pubblica.
“Credo non sia giustificabile tale presa di posizione che sfrutterebbe il malessere generale per mera propaganda politica. La crisi del MPS ha responsabilità politica che affonda le sue radici nel passato anche se l’esecutivo guidato da Matteo Renzi avrebbe illuso circa la reale stabilità dell’istituto senese. Ritengo che la Magistratura debba compiere indagini più efficienti senza avere timore di intaccare Poteri Forti che da anni legano la Politica al mondo economico causa del dissesto che stiamo vivendo” – conclude Finocchiaro.