Di Ettore Minniti
Registriamo, in questi giorni, un vile attacco al nostro diuturno impegno a favore delle fasce deboli, con la chiusura da parte di Facebook dei profili del Presidente Nazionale, Carmelo Finocchiaro.
Non ci è dato sapere per quale motivo il Gruppo Social, di cui è presidente ed amministratore unico il suo fondatore Mark Zuckerberg, ha disattivato le pagine del nostro Presidente.
E’ probabile che qualche buontempone non ha gradito l’impegno di Confedercontribuenti contro le Aste Giudiziarie.
Avevamo già scritto che Confedercontribuenti ha fatto rumore con le sue proposte e prese di posizione contro lo scandaloso andazzo delle aste giudiziarie. Le dichiarazioni del presidente, Carmelo Finocchiaro , sull’operato delle sezioni esecuzione di molti tribunali, che hanno portato il Consiglio Superiore della Magistratura ad aprire un’inchiesta, così come il meditato e articolato disegno di legge predisposto dalla Confederazione dei contribuenti, che delinea un’autentica rivoluzione in danno della speculazione immobiliare e finanziaria che, fino ad oggi, spadroneggia nel settore, hanno toccato un nervo scoperto.
Le reazioni non sono mancate e certi inequivocabili “segnali” non sono tardati ad arrivare.
Al fianco di Carmelo Finocchiaro, reiteriamo, a gran voce, quanto già da lui sostenuto “Non è più rinviabile, poi, una riforma organica che blocchi il giro di interessi speculativi, spesso mafiosi, che approfitta delle procedure e delle forzature, spesso favorite, più o meno inconsapevolmente, dagli stessi tribunali, per accumulare a man bassa e a costi irrisori i beni pignorati alla povera gente e a chi ha speso la vita per lavorare e dare lavoro. La traccia è segnata con chiarezza e con precisione dal disegno di legge messo a punto dalla Confedercontribuenti, che intendiamo sostenere fino a portarlo all’attenzione del Parlamento. Serve una legge che estenda alle aste giudiziarie la normativa antimafia in materia di antiriciclaggio e accertamenti fiscali e patrimoniali e che esse si svolgano alla presenza della polizia giudiziaria”.
Speriamo che Facebook riveda la sua decisione. Con la nostra attività non abbiamo violato nessuna norma disciplinata dalla Dichiarazione dei Diritti e delle Responsabilità del Social, anzi lo abbiamo sostenuto allorquando lo stesso ha avviato la sua battaglia contro le false informazioni e quelle divisive, a fondo razziale o con parole di odio.
Non ci spaventano, quindi, queste intimidazioni. Coloro che hanno sposato la mission di Confedercontribuenti hanno creato un gruppo di persone coese, di alto profilo sociale e professionale, che continuerà senza sosta, con impegno costante, per raggiungere l’obbiettivo finale che rimane quello della difesa di chi non ha voce ed è vessato da regole, norme e leggi che favoriscono solo i potenti di turno.
Ettore Minniti