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Non bastava l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta per il crac del pastificio Amato; a Salerno l’ex presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, rischia anche un processo per usura bancaria, per le modalità di applicazione dei tassi di scoperto praticate in una filiale cittadina. Il sostituto procuratore Francesco Rotondo ha notificato a lui e ad altre 19 persone un avviso di conclusione delle indagini che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. E sotto accusa non c’è solo Mps, ma anche Unicredit: due istituti di rilievo nazionale accusati dalla Procura di avere violato il limite del tasso usurario. Nell’elenco degli indagati ci sono i vertici delle banche ma anche il personale locale (dai direttori di filiale ai funzionari) che hanno gestito le pratiche finite nel mirino degli inquirenti.

A far scattare l’inchiesta è stato l’esposto di un imprenditore salernitano, che ha denunciato applicazioni anomale dei tassi di interesse sugli scoperti e che adesso intende costituirsi parte civile per chiedere agli istituiti di credito il risarcimento del danno. Secondo le indiscrezioni il suo caso è analogo a molti altri segnalati in varie parti d’Italia e per i quali sono in corso altrettanti procedimenti giudiziari. Nella stessa Salerno i processi per usura bancaria non mancano: al momento ne sono in corso almeno cinque, per un totale di circa cento imputati. Uno dovrebbe definirsi nella prossima settimana con una sentenza di primo grado e vede imputati otto dirigenti di Intesa San Paolo per episodi denunciati da un imprenditore di Cava de’ Tirreni, secondo il quale la banca avrebbe calcolato gli interessi non solo sul capitale erogato ma anche sugli interessi maturati nell’arco di dieci anni, tanto da raggiungere in determinati periodi il tasso dell’82 per cento.

Per Giuseppe Mussari il prossimo appuntamento salernitano è invece fissato al 15 maggio, quando il giudice dell’udienza preliminare deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio per il crac Amato. L’ex presidente di Mps è sotto accusa per un finanziamento concesso quando la società era già sull’orlo del fallimento. I nuovi vertici della banca hanno annunciato, l’altro ieri, che valuteranno la costituzione di parte civile per i danni patrimoniali e morali.


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