di Ettore Minniti*
“La cooperazione, in tutte le sue forme, deve essere alla base di ogni riforma sociale; e noi dobbiamo preferirla perché tende, per il suo carattere specifico a superare gli egoismi tanto del capitalismo reazionario e sfruttatore che del sindacalismo politicante”, così scriveva don Luigi Sturzo nel 1947.
Il sacerdote calatino si ispirò all’esperienza delle Casse Rurali che servirono a sollevare dalla povertà i contadini vittime degli usurai, ritenuti, ieri come oggi, uomini che sono ‘sanguisughe della società’ ed esortava il mondo agricolo, e non solo, a fare della Cooperazione, la forma basilare della loro attività, superando ogni forma di egoismo e di detestabile forma di appropriazione che avrebbe finito solo a dividere ulteriormente i poveri.
Un messaggio attualissimo. Non si esce dalla crisi se non si attua il cooperativismo. Le PMI all’interno del sistema produttivo italiano sono l’ossatura del nostro sistema economico. L’esplosione della piccola e media impresa in italiana ha origine negli anni Settanta e Ottanta, a causa delle difficoltà negli stessi anni della grande industria (pubblica e privata).
Purtroppo, dopo una prima espansione di tali tipi di impresa, la recessione economica del periodo 2008 – 2013 ha duramente colpito il sistema economico italiano provocando una pioggia di chiusure tra piccole imprese, industrie ed attività commerciali. Immediata conseguenza della crisi delle imprese è stata una repentina limitazione da parte delle banche della concessione di prestiti e finanziamenti. Per il sistema economico italiano, trainato dalla performance delle PMI, le conseguenze della stretta creditizia operata dalle banche sono state assai negative.
Ogni tipo di contromisura alla crisi che lo Stato ha promosso negli anni per il sostegno ed il rilancio delle imprese si è rivelata inefficace o quantomeno insufficiente. Il nostro è un paese inospitale. Al problema centrale del credito, si aggiungono anche le difficoltà legate alla burocrazia e alla jungla degli adempimenti che sottrae tempo prezioso a chi lavora nella PMI, una pressione fiscale che resta tra le più alte d’Europa così come il costo dei dipendenti e, per ultimo, ma non meno importante, il ritardo mostruoso con cui la Pubblica amministrazione paga le fatture delle PMI che forniscono prodotti o servizi.
Ai giorni nostri la crisi sanitaria pandemica rappresenta la più grande crisi economica che il nostro Paese abbia mai affrontato nell’ultimo secolo. Il settore economico-imprenditoriale è in profonda crisi, in particolar modo le piccole e medie imprese. Quest’ultime mancano liquidità e patrimonializzazione, elementi essenziali per accedere al credito, molti di queste sono sull’orlo del default.
Nasce su questi presupposti la Società di Mutuo Soccorso di Confedercontribuenti.
Ambiziosi gli scopi statutari: erogare contributi economici e di servizi di assistenza ai soci che si trovino in condizione di gravissimo disagio economico a seguito dell’improvvisa perdita di fonti reddituali personali e familiari e in assenza di provvidenze pubbliche; in ambito sanitario si prefigge di promuovere e gestire un sistema mutualistico integrativo e complementare dell’assistenza sanitaria prevista dal servizio sanitario nazionale (SSN); erogare sussidi in caso di spese sanitarie sostenute dai soci per la diagnosi e la cura delle malattie e degli infortuni; favorire la realizzazione di un sistema previdenziale integrativo, anche attraverso la costituzione ove consentito, di fondi e servizi di previdenza integrativa dei trattamenti di pensione per i casi di infortunio, invalidità e morte, non coperti da forme di protezione obbligatorie, con esclusione comunque di trattamenti pensionistici in senso proprio, e con la precisazione che i sussidi saranno erogati nei limiti delle disponibilità patrimoniali della Mutua; curare iniziative di solidarietà sociale e di assistenza, nei confronti degli anziani e delle persone non autosufficienti; promuovere attività nei settori dell’informazione e dell’educazione al risparmio, previdenziale, sanitaria e mutualistica; della formazione professionale, della cultura e del tempo libero, nonché partecipare a tutte le iniziative atte ad elevare socialmente, culturalmente i soci ed i loro familiari; promuovere la costituzione e/o l’adesione a Fondi Pensione Integrativi; e tanto altro ancora non facilmente sintetizzabile.
Il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, con un pizzico di orgoglio, fiero di questa iniziativa, afferma: “La Società di Mutuo Soccorso si basa su scopi mutualistici e si prefigge di operare a favore dei propri soci e dei loro familiari conviventi, al fine di far partecipare gli stessi ai benefici della mutualità nei settori sanitario, previdenziale e dei servizi sociali”.
Gli imprenditori vanno sostenuti dallo Stato con aiuti concreti e tangibili, ma vige un vecchio detto ancora attuale: “aiutati che Dio ti aiuta”. Per essi la solidarietà reciproca non è più rinviabile.
La cooperazione promossa da Confedercontribenti, per il valore legale e solidaristico, retta da una rigida moralità, senza condiscendenza per nessuno, sarà distante e distinta dall’agone politico.
Imperativo risanare e rifare l’Italia (e il made in Italy). Le imprese, con il suo valore assoluto, attraverso gli amministratori innovativi e formati, le sue maestranze, i suoi artigiani, possono veramente realizzare il sogno di una società solidale e di riscatto.
Confedercontribuenti c’è!
* Segretario Nazionale della Confederazione