Nel campo dell’evasione, l’Italia ha raggiunto risultati importanti passando dagli 11 miliardi recuperati nel 2014 ai 23 di quest’anno, ma si può fare di più soprattutto distinguendo i veri evasori dai contribuenti in difficoltà.
Si è passati dagli anni del “permissivismo fiscale” e della cultura comune delle “tasse poi le pago” a quello di uno Stato che improvvisamente di fronte ad un indebitamento miliardario delle imprese e degli italiani ha deciso di usare metodi “duri” nel periodo peggiore di crisi economica.
Nonostante gli annunci di una “semplificazione fiscale” si è registrato un aumento sconsiderato di adempimenti fiscali.
Tra gli argomenti cardine della lotta all’evasione e soprattutto il recupero delle somme da parte dello Stato un argomento sempre caldo nonostante abbia cambiato nome è la riscossione.
Il prossimo 2 ottobre è previsto il pagamento della seconda rata per chi ha aderito alla rottamazione. Ma quanti potranno essere puntuali?
Nell’aria la possibile riapertura della rottamazione delle cartelle anche per quelle messe a ruolo nei primi 4 mesi del 2017.
“Il Punto vero è cambiare le leggi sulla riscossione non in termini di nomi ma di sostanza. L’ erario potrebbe recuperare complessivamente nel 2018 e nel 2019 poco più di 1,5 miliardi di euro ma per poter garantire il rientro del debito con il fisco è necessario che le rate diventino compatibili con le possibilità di imprese e famiglie e non certamente come l’ultima legge sulla rottamazione, che malgrado 800 mila adesioni non ha risolto i problemi di moltissimi contribuenti italiani. Dovremo verificare i suoi effetti solo alla fine. Non rendersi conto che in 5 rate è complicato per la maggioranza rientrare del debito, significa non comprendere le vere difficoltà che sta vivendo l’Italia” – interviene Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.