La Confederazione ritiene che occorra riequilibrare il costo dell’energia fra le PMI, che hanno consumi contenuti, e le utenze della grande industria, che paga oneri a ribasso nonostante l’elevato consumo energetico, ma bisogna far presto
di redazione
Il Paese soffoca tra bollette, frustrazione generale e incassi azzerati. A farne le spese le imprese, l’occupazione e il consumatore finale.
Come se la pandemia non bastasse, a peggiorare le cose è arrivato anche il rincaro delle materie prime con un rialzo del 60%. Nel 2021 il prezzo dell’energia elettrica è aumentato di oltre il 200% rispetto al 2020 a livello nazionale. Oggi i costi legati all’energia sono tre volte maggiori da dicembre 2021 a gennaio 2022.
Ristoratori e albergatori sul piede di guerra. Si lavora di fantasia per cercare di risparmiare. Nelle pizzerie le luci saranno spente, per protesta contro il caro-energia. Alcuni commercianti spengono le insegne luminose. Non di meno la grande industria. Le vetrerie sospendono le attività per quattro mesi. Spengono alcuni alti forni dell’industria siderurgica.
Il Governo cerca di porvi un freno. Ha messo a disposizione 10,2 miliardi tra la metà del 2021 e il 21 gennaio scorso, ma i provvedimenti sono stati insufficienti, non hanno inciso a sufficienza. Non aiuta il clima di tensione tra Russia e Ucraina e le speculazioni sul mercato non sono incoraggianti (solo l’11 per cento delle fonti energetiche è rinnovabile in Italia).
Contraddittorie appaiono poi alcune prese di posizione, da una parte si chiudono i pozzi nell’Adriatico, l’energia delle centrali nucleari – con costi all’inverosimile che ricadono sui contribuenti – viene acquista nella vicina Francia. Produciamo appena il 10% dell’energia con l’eolico e il fotovoltaico, il resto lo acquistiamo all’estero.
Secondo studi di settore il 95% delle imprese avrà difficoltà nel completare il proprio ciclo, esse non potranno non ritoccare il listino prezzi, a tutto danno dei consumatori.
Nel frattempo, come sostiene l’ISTAT, l’economia italiana registra per il quarto trimestre consecutivo un’espansione, seppure a ritmi più moderati rispetto ai periodi precedenti. Anche dal lato tendenziale, la crescita è risultata molto sostenuta, superiore ai 6 punti percentuali. La stima preliminare che ha, come sempre, natura provvisoria, riflette dal lato dell’offerta uno sviluppo ulteriore del settore dell’industria e dei servizi, e un calo in quello dell’agricoltura.
Salvatore Di Gennaro, responsabile del coordinamento nazionale delle imprese di Confedercontribuenti sostiene che: “La nostra Italia la stanno affossando, con problemi per tutti. Per i nostri politici e governanti, la loro Italia è in netta ripresa con PIL in aumento e le industrie con aumenti di fatturato. Francamente manco ce ne siamo accorti, a noi sembra proprio l’opposto! Contribuenti e PMI sono al collasso, altro che ripresa!”
Gli fa eco Flavio Castagno, coordinatore regionale della medesima Confederazione. “Siamo alla frutta, questi ci stanno prendendo in giro. Cartelle esattoriali inviate ai contribuenti come acqua fresca. Con le associazioni di volontariato in Piemonte stiamo organizzando per famiglie, pensionati, disoccupati, la possibilità di ottenere a casa la spesa per chi non ha il super green pass, in collaborazione con i commercianti che rischiano di perdere i clienti e hanno mille difficoltà a far quadrare i conti a fine mese. Il green pass è stato gestito male”.
La Confedercontribuenti ritiene che occorra riequilibrare il costo dell’energia fra le PMI, che hanno consumi contenuti, e le utenze della grande industria, che paga oneri a ribasso nonostante l’elevato consumo energetico, ma bisogna far presto. Partiti politici e Governo, chiusa la vicenda Quirinale, si mettano al lavoro: la casa brucia e, se non si prendono provvedimenti urgenti, non si salva nessuno.