di Antonino Gulisano
…Franz Schubert nacque a Vienna il 31 gennaio 1797 nella casa detta Zum roten Krebsen,[2] ora al n. 54 della Nußdorfer Straße e allora al n. 72 del sobborgo del Himmelpfortgrund, nella zona nord-occidentale della città, e fu battezzato il giorno dopo nella parrocchia del distretto di Lichtental.
Schubert ha dimostrato sin dall’infanzia un buon talento musicale tant’è che nel 1808 è accolto nel coro della cappella imperiale.
Terminata la sua formazione segue le orme del padre dedicandosi all’attività d’insegnante, non trascurando però l’attività musicale e continuando a perfezionarsi sotto la guida di Antonio Salieri e scrivendo in queste circostanze i suoi primi lavori.
A venticinque anni contrasse la sifilide, una grave malattia venerea che minò la sua salute mentale e fisica. Nonostante ciò grazie all’aiuto di molti amici riuscì a creare numerosi capolavori che in molti casi avranno diffusione dopo la sua morte.
La produzione di Schubert fu molto vasta. La creazione di Lieder (canzoni) accompagna l’intera biografia compositiva del musicista che scrive più di seicento lavori per voce pianoforte, tra quelli più celebri ricordiamo “la bella mugnaia”, “il viaggio d’inverno” e “il canto del cigno”. Numerosi sono i Lieder (canzoni) corali soprattutto per voci maschili scritti nella forma a cappella con sostegno pianistico o sorretti da organici strumentali variamente composti.
Alle opere per pianoforte Schubert dedica numerose composizioni un numero cospicuo di lavori è costituito da semplici danze, anche se le principali opere pianistiche sono le dodici sonate, gli otto improvvisi e i sei momenti musicali. Questi ultimi due rimandano a Beethoven e alle sue ultime bagattelle.
Anche Schubert affida a pezzi brevi pianistici un ricco universo espressivo che valorizza senza sviluppo elaborativi, la singola intuizione sonora. Schubert si dedica anche alla produzione per pianoforte a quattro mani.
Nell’ambito della produzione cameristica emergono i lavori che comprendono il pianoforte. Il quintetto D667 è detto la trota perché nel quarto movimento un tema con variazioni, il soggetto principale è trattato dall’omonimo lied. Le sinfonie di Schubert sono otto alle quali si aggiungono frammenti e abbozzi di altri cinque lavori orchestrali. Tra le più importanti ricordiamo la quarta D417 in do maggiore conosciuta come la tragica e la numero sette la D759 in si minore, incompiuta.
Nessuna sinfonia è stata eseguita in pubblico durante la vita dell’autore, il sul genio venne riconosciuto solo dopo la sua drammatica morte, in particolare grazie all’operato di Mendelsohn, sotto la cui guida venne eseguita per la prima volta a Lipsia l’ottava sinfonia di Schubert.
Per tutta la vita l’autore tentò inutilmente di affermarsi nell’ambito operistico. Tra le otto opere teatrali complete la più importante fu “Alfonso und Estrella”. Per quanto riguarda il repertorio sacro Schubert ha scritto otto messe. Quelle più artisticamente rilevanti sono la Stabat mater (preghiera di sottomissione) e l’oratorio pasquale incompiuto Lazarus. Le parti fisse della messa erano in ordine: kyrie, gloria, credo, sancte, benedectus, agnus dei. Famosa è l’Ave maria.
Franz Peter Schubert era artista di concetto con una forte passione per la sperimentazione. Questo “aspetto per la sperimentazione” si manifestò ripetutamente nella stesura e composizione di una varietà di forme e generi musicali assai differenti tra loro. Fu influenzato, nelle prime elaborazioni strumentali, da Beethoven e Mozart, le sue strutture formali e i successivi sviluppi mostrano un interesse per una varietà di forme e generi che includono opera, musica sinfonica, musica liturgica e composizioni per pianoforte solo. Restando a cavallo fra forme classiche e tendenze romantiche, Schubert fu innovativo nell’uso assolutamente sperimentale delle modulazioni.
Franz Peter Schubert morì a soli 31 anni, di febbre tifoide, il 19 novembre del 1828. Egli riposa nel cimitero viennese di Wharing, a pochi metri di distanza da dove è sepolto Beethoven, che in vita tanto ammirò, ma che mai ebbe l’occasione di incontrare.