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Clima: 77 firme, si parli di combustibili fossili a Summit Onu

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Un gruppo di 77 personalità di tutto il mondo, fra cui ex leader e premi Nobel, ha denunciato la rimozione, dalla bozza delle conclusioni del prossimo Vertice del futuro delle Nazioni Unite in programma a settembre, del tema “combustibili fossili”. Mentre la prima bozza del Patto per il futuro chiedeva di “accelerare la transizione dai combustibili fossili”, una posizione concordata a livello globale durante i colloqui sul clima delle Nazioni Unite lo scorso anno, nei recenti negoziati qualsiasi riferimento ai “combustibili fossili” e alla “transizione giusta” è stato completamente rimosso.
In una lettera inviata ai governi in vista del Summit che si terrà a New York il 22 e 23 settembre, 77 firme illustri di tutto il mondo si dicono “gravemente preoccupate che il progetto di Patto per il Futuro non menzioni nemmeno i combustibili fossili, una delle più grandi minacce che il mondo oggi deve affrontare”.Fra i firmatari ci sono l’ex presidente dell’Irlanda Mary Robinson, il 14° Dalai Lama, il primo ministro del Bangladesh e premio Nobel per la pace Muhammad Yunus, l’ex premier svedese Stefan Löfven; nella lettera scrivono fra l’altro “se il Summit per il futuro non affronta la minaccia dei combustibili fossili, non sarà degno di questo nome, rischiando di minare un’opportunità irripetibile di ripristinare la fiducia nel potere della cooperazione internazionale”.
Löfven, che è anche il presidente dei socialisti europei, ha osservato che “l’omissione dei combustibili fossili dalla bozza del Patto per il futuro è un altro grave fallimento nell’affrontare una delle più grandi minacce al nostro pianeta e all’umanità. I ​​leader mondiali dovrebbero essere inequivocabili quando si tratta di agire in modo deciso e collettivo per prevenire ulteriori impatti climatici, e invece stanno decidendo di nascondere la testa sotto la sabbia. Solo attraverso una costante cooperazione internazionale per eliminare gradualmente i combustibili fossili possiamo salvaguardare il nostro futuro comune”. (AGI)