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Le autorità cinesi hanno innalzato i livelli di allerta in diverse province della Cina orientale e centrale a causa delle inondazioni provocate dal tifone Gaemi. A riferirlo è l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, precisando che al momento Gaemi si trova nella provincia settentrionale di Jiangxi, a più di 500 chilometri dalla costa, indebolito al livello di “low remnant” con venti di circa 35 chilometri orari.
Tuttavia il Ministero per la gestione delle emergenze ha attivato le relative allerte nelle regioni di Canton (sud-est), Shandong (est), Henan (centro) e Hubei (centro), innalzando dal quarto al terzo livello il Liaoning (nord-est). Altre province come Fujian (sud-est), dove Gaemi ha toccato terra, Jiangxi (sud-est) o Zhejiang (est) avevano già annunciato misure per attutire l’impatto delle piogge torrenziali – che in alcune aree hanno raggiunto i 512,8 millimetri – e per prepararsi alle successive inondazioni.
Il Ministero delle risorse idriche ha anche emesso un allarme rosso, il più alto livello di allerta, per i torrenti di montagna in alcune zone del Fujian, Jiangxi e Canton.
Secondo una valutazione parziale, il tifone ha già colpito circa 628 mila persone nel Fujian e sfollato temporaneamente circa 290 mila residenti. Nella vicina Guangzhou, altre 70 mila persone sono state costrette a lasciare le loro case fino a nuovo ordine.
Prima di raggiungere la costa cinese, Gaemi aveva attraversato Taiwan ancora con la categoria di “tifone molto forte”, causando almeno otto morti e 866 feriti. Inoltre, il tifone ha provocato l’affondamento di un cargo battente bandiera tanzaniana al largo delle coste del sud di Taiwan. Ieri sono stati tratti in salvo quattro membri dell’equipaggio, che hanno identificato un corpo estratto dall’acqua come il capitano della nave. Nelle Filippine ha provocato l’affondamento di una petroliera filippina al largo di Manila mentre trasportava 1,4 milioni di litri di olio combustibile industriale, causando danni ambientali. (AGI)
