Type to search

Chi ha paura della verità? La necessità di una Commissione di inchiesta sul Covid

Share

La decisione di istituire una Commissione di inchiesta sul Covid è non solo inevitabile, ma anche imperativa. Il Covid ha portato con sé un’urgenza globale di proporzioni catastrofiche, e il governo italiano, mediante Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), ha preso decisioni straordinarie, tra cui la deroga alle libertà costituzionali, la chiusura delle scuole, la gestione dei ristori e molte altre misure che hanno plasmato la risposta del Paese alla pandemia.

Il recente dibattito in Senato ha evidenziato la resistenza di alcuni nei confronti della Commissione di inchiesta, suscitando la domanda: “Chi ha paura della verità?”. In risposta, è cruciale portare alla luce tre aspetti che sottolineano l’importanza di apprendere dagli errori commessi durante la gestione della crisi.

Il primo punto riguarda la gestione delle scuole. Già nel marzo del 2020, alcuni parlamentari avevano sollevato la questione della riapertura delle scuole, anticipando i rischi legati alla didattica online. Oggi, con un aumento allarmante di fenomeni di depressione giovanile e disturbi alimentari, è essenziale esaminare se la scelta di chiudere le scuole in Italia più del resto d’Europa sia stata veramente la migliore.

Il secondo esempio riguarda la distribuzione dei ristori. Per esempio Matteo Renzi, che ha rinunciato a un ristoro di oltre ventimila euro, mette in luce le disuguaglianze nell’assegnazione di fondi, sottolineando la necessità di chiarire certe incongruenze economiche. Questa riflessione si estende anche a questioni come la fornitura di mascherine, i ventilatori cinesi e il vaccino italiano.

Il terzo aspetto, di natura più politica, riguarda le critiche dei Cinque Stelle sull’ossessione nei confronti di Giuseppe Conte. Ma in verità tale commissione non è guidata da motivazioni politiche, ma dall’ardente desiderio di garantire una verifica accurata dei fatti per il bene delle future generazioni. La verità, conclude l’autore, è il veicolo della libertà.