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Che cosa è e come funziona il Fantasanremo

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AGI – “A me diverte”. Il commento di Amadeus tranquillizza tutti i fantadirettoriartistici italiani, coloro i quali cioè, per rendere ancora più elettrizzante la settimana del Festival di Sanremo, si sono cimentati nel Fantasanremo. Gli appassionati di Fantacalcio non avranno bisogno di molte spiegazioni: c’è un sito, da quest’anno powered by Sky, rapidissima iscrizione e poi si va a costruire la propria squadra di cinque elementi con 100 baudi.

Il baudo è la moneta corrente scelta per il gioco, il corrispettivo dei meno fantasiosi “fantamiliardi” della versione calcistica. I punti poi si accumulano ogni sera attraverso una lunga serie di bonus e malus, nel Fantacalcio si sommano i voti ufficiali della Gazzetta dello Sport a eventuali gol e assist o gol subiti ed espulsioni; nel Fantasanremo la questione è più complessa ma anche, tutto sommato, più coinvolgente.

Questo perché, a ben ragione, per rendere più equa la competizione e non una banale scommessa sui vincitori, le varie classifiche snocciolate alla fine delle serate del festival, contano tanto quanto, i punteggi veri si raggiungono grazie a qualsiasi stravaganza accade sul palco prima, durante e dopo l’esibizione dell’artista.

La “scapezzolata” per esempio, quindi la messa in mostra volontaria o meno di un capezzolo (attenzione totale, il vedo/non vedo non conta) ti fa guadagnare 10 punti extra; così come se l’artista decide di performare indossando solo indumenti intimi o una maschera o un capo d’abbigliamento o un accessorio con motivo o fantasia floreale o se, evidentemente in preda a un raptus di follia, decidesse di scaccolarsi (da regolamento: “se estrae una pepita il bonus raddoppia, se l’assaggia quadruplica”).

Un twerking vale 10 punti, entrare in scena visibilmente alterati dall’alcool 20, 30 se dovesse venirgli in mente di fare flessioni, piegamenti o altri esercizi a corpo libero. Naturalmente ci sono anche bonus improbabili, il “Bonus Tamberi” per esempio prevede che l’artista salti più di 2,37 metri, quello “Jacobs” che durante l’esibizione corra 100 metri sul palco in meno di 9,80 secondi.

E poi naturalmente ci sono i bonus che in qualche modo vanno ad intervenire direttamente sullo show e in particolare su Amadeus, un cinque al conduttore e direttore artistico infatti vale 15 punti, il saluto finale “A zia Mara” ne vale 20, 25 se si pronuncia la parola “Fantasanremo”, fino ai 50 se durante la settimana del festival viene inseguito dalle forze dell’ordine (un evidente omaggio al Sanremo particolarmente punk di Orietta Berti dell’anno scorso) e addirittura alla morte dell’artista che, avvenisse, Dio non voglia, sul palco dell’Ariston, frutterebbe al fantadirettoreartistico ben 1000 punti.

Ci sono anche i malus ovviamente, si perdono 10 punti se l’artista entra in scena scalzo, 30 se inciampa sulla scala, 50 se proprio cade, 10 se dimentica il testo della canzone, 10 se utilizza l’autotune e 66,6 se dovesse scappargli una bestemmia. Ecco spiegato il motivo per cui la seconda serata è stata tutta un tripudio di “Papalina” (che è il nome del bar dove gli ideatori del Fantasanremo si riuniscono storicamente per seguire il Festival) e baci in camera e ringraziamenti all’orchestra e gesti inequivocabili, come quello di Emma, che durante l’esibizione ha fatto lo storico gesto che richiama alla vagina, perfettamente in linea con il proprio pezzo di matrice “girl power”.

Sul sito si scopre che il Fantasanremo è stato ideato da un gruppo di ragazzi delle Marche particolarmente appassionati al Festival della Canzone Italiana nel 2019; fino all’anno scorso è rimasto un passatempo per chi avesse avuto la fortuna di inciamparci sopra, quest’anno che si è toccato quota 50mila iscrizioni, è avvenuta la definitiva esplosione e la partecipazione dei cantanti in gara ne è piena dimostrazione.

A questo proposito restano storiche le incursioni sul palco del Festival della Gialappa’s Band, sono stati loro i primi a coinvolgere (quando ci riuscivano) gli artisti nel gioco di pronunciare una determinata parola sul palco, storico l’anno di “Situation” per esempio, parola che venne pronunciata da quasi tutti gli artisti in gara al posto dello storico “Sa-Sa-prova”, mandando in visibilio tutti coloro (e ai tempi erano tanti) che seguivano Sanremo attraverso la narrazione su Radio2 della Gialappa. “Dietro le quinte accade di tutto – ha detto Amadeus stamane in conferenza stampa, stuzzicato dai giornalisti sull’argomento – Io amo abbattere anche le barriere, io vorrei rendere tutto un po’ più easy, un po’ più giovane, meno schematizzato. Se dietro, da Morandi a Sangiovanni, giocano insieme a me va bene. A me – ammette scherzando – dicono di dire cose che non so nemmeno cosa vogliono significhino, ma si divertono con me perché io ci sto, e io mi diverto con loro”. In passato ce ne sono stati di conduttori che, al contrario, non hanno affatto gradito l’incursione.

Source: agi


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