“Abbiamo ricordato al ministro i dati ufficiali del Dap: sono oltre 23mila i detenuti che attualmente si trovano in un regime detentivo chiuso, che non hanno attività trattamentali significative, non hanno ore di socialità fuori dalle sezioni, non hanno percorsi di inclusione ma di mera sicurezza. In questo quadro abbiamo sottolineato che non servono tanto nuove celle o stanze di pernottamento, ma laboratori, officine scuole, spazi di vita comunitaria sportiva e formativa. Non nuove carceri, ma carceri nuove”. E’ quanto dichiara il portavoce della Conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello, che oggi, con il garante regionale del Piemonte Bruno Mellano e la garante comunale di Roma Valentina Calderone, è tornato in via Arenula per un nuovo incontro con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, dopo quello svolto la scorsa settimana.
“Abbiamo richiamato ancora una volta – aggiunge Ciambriello – l’esigenza di un segnale di clemenza per affrontare, qui ed ora, la questione del sovraffollamento, segnalando l’opportunità di diversificazione dei percorsi detentivi, almeno per i ristretti con un residuo pena basso, con una pena inflitta bassa, o per coloro che hanno problematiche sanitarie specifiche”. I Garanti sottolineano poi che “la proposta di organizzare case di reinserimento appare un modello e una prospettiva interessante e feconda. Ci è stato comunicato un investimento di 1.900.000 euro per assicurare, tramite progetti che saranno valutati il prossimo 31 marzo dal Consiglio di Amministrazione della Cassa delle Ammende, la presenza e l’attività di mediatori culturali in carcere”. Infine, è stata affrontata la questione degli istituti penitenziari per minori: i Garanti hanno confermato la loro “totale contrarietà al provvedimento di trasferimento dei giovani adulti all’interno della sezione distaccata della Dozza di Bologna. Ci è stato detto – riferisce Ciambriello – che è un provvedimento temporaneo di solito quattro mesi. Ci sono state invece date rassicurazioni circa il fondo per le case-famiglia protette per donne con figli, esaurito a dicembre 2024 e non più rifinanziato. Il fondo dovrebbe essere ripristinato con un milione e mezzo di euro in questi giorni” I Garanti hanno quindi “stigmatizzato la chiusura dell’unico istituto per detenute madri nel sud che è a Lauro, mentre ce ne sono tre al nord, Milano, Torino e Venezia”, osserva Ciambriello, affermando infine che “il ministro si è impegnato a verificare come assumere mediatori linguistici per i 20mila detenuti stranieri presenti negli istituti per penali per adulti e minorili. Bisogna assumere educatori, non solo laureati in giurisprudenza, ma anche come pedagogisti, laureati in scienze dell’educazione, assistenti sociali. Il vecchio bando è il retaggio di un accordo fatto con i sindacati. Sollecitiamo il ministro in tal senso per l’avvio di nuovi bandi, per l’assunzione di figure di ascolto, criminologi, assistenti sociali”. Dopo l’incontro, i tre Garanti sono stati alla Camera dove era in corso il dibattito sul sistema carceri: “Un’occasione importante, ma deludente. Non sono stati approvati provvedimenti efficaci rispetto alla gravità della situazione”, concludono. (AGI)
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