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Carceri: Cnel, con il lavoro la recidiva scende al 2%

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Sei condannati su dieci sono già stati in carcere almeno una volta. La media dei reati ascritti ad ogni uomo detenuto è pari a 2,4 contro l’1,9 di ogni donna detenuta. Si stima che il dato della recidiva possa calare fino al 2% per i detenuti che hanno avuto la possibilità di un inserimento professionale. Questi i dati evidenziati dal Cnel, nell’ambito del programma ‘Recidiva Zero’, un articolato piano di intervento sviluppato nel corso dell’anno in collaborazione con il ministero della Giustizia e volto a favorire studio, formazione e lavoro in carcere. Circa un terzo dei detenuti frequenta corsi di istruzione all’interno delle carceri. La formazione professionale coinvolge circa il 6% di chi è recluso. Il numero complessivo dei detenuti iscritti all’università non raggiunge il 3%. Quelli coinvolti in attività lavorative sono il 33%, ma solamente l’1% di essi è impiegato presso imprese private e il 4% presso cooperative sociali. La stragrande maggioranza, pari all’85%, lavora alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, talvolta solo per poche ore al giorno o al mese. Fra i detenuti alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, l’82,5% svolge servizi d’istituto. La mancata offerta di opportunità lavorative per i detenuti priva lo Stato di un ritorno sul Pil fino a 480 milioni di euro. L’86% degli istituti penitenziari hanno locali all’interno adibiti ad attività di tipo lavorativo e formativo, ma quattro su dieci sono inattivi. Il 31,8% dispone di aule didattiche utilizzate per corsi di istruzione di I e II grado e per l’istruzione terziaria, il 64,7% dispone di 555 aule per istruzione primaria e secondaria, mentre il 3,5% non dispone affatto di aule. Nel maggio del 2024 l’Assemblea del Cnel ha approvato all’unanimità il primo Disegno di legge della XI Consiliatura, recante “Disposizioni per l’inclusione socio-lavorativa e l’abbattimento della recidiva delle persone sottoposte a provvedimenti limitativi o restrittivi della libertà personale emanate dall’autorità giudiziaria”, poi trasmesso formalmente alle Camere. È stato così dato seguito al lavoro istruttorio svolto a decorrere dalla data di sottoscrizione dell’Accordo interistituzionale con il Ministero della Giustizia del giugno 2023 e culminato nella giornata di lavoro ‘Recidiva zero’ del 16 aprile 2024. L’obiettivo di fondo è gettare un ponte tra il carcere e la società, portando il lavoro e l’istruzione al centro di un grande progetto di inclusione sociale, che veda protagonisti le imprese, i sindacati, il volontariato, il sistema scolastico e universitario e gli enti locali, secondo una logica win-win-win. Presso il Cnel è stato anche insediato un Segretariato per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale, al fine di promuovere la cooperazione interistituzionale e concorrere, in stretto raccordo con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) e attraverso il coinvolgimento sistematico delle parti sociali, delle forze economiche e delle organizzazioni del terzo settore, alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi per il reinserimento socio-lavorativo e l’inclusione delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria limitativi o privativi della libertà personale. (AGI)
DAN