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Carceri: a Rebibbia detenuti in scena con opera di Ariel Dorfman

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All’interno del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso è stato messo in scena lo spettacolo teatrale “Coraggio senza confini – Voci oltre il buio”, che ha visto il coinvolgimento di 9 detenuti, allievi di uno specifico corso di teatro. Lo spettacolo è stato promosso dall’associazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia, presieduta da Stefano Lucchini e fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani e nella realizzazione di progetti dal forte impatto sociale, in occasione del 75esimo anniversario della proclamazione, da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
L’opera teatrale del regista Ariel Dorfman, tradotta da Alessandra Serra, è stata realizzata interpretando il libro “Speak Truth to Power” scritto da Kerry Kennedy, figlia del senatore Bob Kennedy e fondatrice dell’Associazione Robert F. Kennedy Human Rights, nel quale l’autrice racconta storie di uomini e donne testimoni di violenze e sopraffazioni ma che hanno trovato il coraggio di reagire e di raccontarle.
Nello spettacolo l’essere umano è rappresentato come una incarnazione mitica, un Profeta dei Molteplici Mali, che con le sue parole e con la sua presenza ricorda costantemente contro cosa lottano i difensori.
Il regista Ariel Dorfman, scrittore cileno americano, dirige la cattedra Walter Hines Page di Letteratura e Studi Latino-Americani presso la Duke University, Stati Uniti. Ha ricevuto numerosi premi internazionali e i suoi libri, scritti sia in inglese che in spagnolo, sono stati tradotti in più di 40 lingue e le sue opere teatrali rappresentate in oltre 100 paesi. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Senatore Andrea Ostellari, Sottosegretario alla Giustizia; Federico Moro, Segretario Generale Robert F. Kennedy Human Rights Italia; Rosella Santoro Direttrice della Casa Circondariale di Rebibbia, Carolina Rocha Barreto, Human Rights Education Specialist dell’Associazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia.
“Cultura e lavoro in carcere non sono un premio per i detenuti, ma un investimento in sicurezza per il Paese. Fare rieducazione oggi significa avere meno spaccio, furti e rapine domani. – ha affermato il sottosegretario Ostellari – il sistema dell’esecuzione penale presenta tre gravi criticità: suicidi, aggressioni e un consistente tasso di recidiva. Il Ministero della Giustizia è impegnato per risolverle. Contare sulla collaborazione di soggetti come la Fondazione Kennedy, che ringrazio, agevola un compito fondamentale quanto gravoso”.
“La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo è stata una grande conquista che è doveroso ricordare ma soprattutto applicare. È per questo che siamo particolarmente orgogliosi, in un anniversario così importante, di aver promosso uno spettacolo davvero unico realizzato grazie all’impegno appassionato di persone che, attraverso il teatro, trovano una via per il proprio riscatto – ha affermato Stefano Lucchini, presidente dell’Associazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia – Lo spettacolo messo in scena a Rebibbia è una bellissima dimostrazione dell’importanza della sinergia tra istituzioni e Terzo Settore che porta molto spesso a risultati straordinari. Un ringraziamento particolare alla direttrice Santoro che abbiamo premiato per le straordinarie attività condotte all’interno della casa circondariale di Rebibbia”. (AGI)

TPA